L’ALGORITMO SOSTITUISCE IL MEDICO: SUCCEDE IN VENETO

La crisi sanitaria da Covid-19 è considerata da molti il più grande esperimento della storia, non solo dal punto di vista sociale, ma anche come primo terreno di prova per la digitalizzazione.

Chiusi in casa i cittadini hanno avuto un unica possibilità per comunicare: il digitale. Passato però il periodo delle restrizioni, è rimasto lo smart working, la Dad per la scuola e la telemedicina per i pazienti. Forse proprio quest’ultima è quella ad aver lasciato gli effetti più nefasti.  

Con una recente delibera la Regione Veneto ha applicato nei suoi ambulatori il sistema RAO: raggruppamenti di attesa omogenea. Si tratta di un algoritmo che, sulla base dei dati forniti dai medici, decide come posizionare il paziente nelle liste d’attesa per la prescrizione di visite specialistiche.

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Come funziona RAO

Tre opzioni per il dottore: priorità urgente, breve o differita. Non vi sono altre caselle da compilare più specifiche, non si può dare alcuna indicazione particolare per ulteriore rischio o gravità. Dove poi vada inserito il caso, rispetto a quale classe di priorità, è ovviamente già pre-indicato. Al medico rimane solo la diagnosi, poi fa tutto l’algoritmo.

Il programma RAO fa parte di un progetto a firma del ministero della Salute del 2019, aggiornato poi proprio a luglio 2020, dopo la cosiddetta “prima ondata”. Il sistema funziona appunto attraverso una serie di tabelle con classi di priorità. Ad esempio per sanguinamenti in gravidanza il medico di famiglia deve inserire la classe B di priorità, che corrisponde fino a 10 giorni d’attesa prima di una visita/controllo. Un tempo estremamente dilatato nel caso vi fosse il rischio di perdere il bambino.

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Stesso iter anche per quanto riguarda le mammografie, un altro esame estremamente importante e decisivo per individuare criticità. La prima richiesta di visita di un paziente con una storia familiare ad elevato rischio può attendere fino a 120 giorni, quasi tre mesi. Dopo i dati che evidenziano un notevole incremento dei tumori quest’anno, non si sarebbe dovuto puntare maggiormente sulla prevenzione?

Medici in protesta: “non si sostiuisce il medico con un algoritmo”

Domenico Crisarà, presidente dell’Oridine dei medici della provincia di Padova e vice segretario nazionale del sindacato Fimming, la Federazione italiana medici di medicina generale ha esposto chiaramente la contrarietà della categoria al sistema RAO.

“L’algoritmo toglie al medico il diritto e la responsabilità di stabilire le priorità. Il controllo sull’appropriatezza dei tempi deve essere fatto dopo, non può essere fatto prima in modo così automatico, altrimenti sostituiamo il medico con un algoritmo. Ho già inviato i colleghi a non utilizzare il sistema e ho diffidato la società di software dall’applicazione” conclude il presidente dell’ordine dei medici.

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