20 ottobre 1944: la strage di Gorla a Milano

La mattina del 20 ottobre 1944 non era un giorno come tutti gli altri a Milano. Passerà alla storia come il giorno della strage di Gorla. La città era sotto il tiro delle bombe anglo-americane, impegnate a neutralizzare le forze nazifasciste nel Nord Italia, ma i bambini della scuola “Francesco Crispi”, nel quartiere Gorla erano in classe. La missione degli Alleati era distruggere le strutture meccanico-siderurgiche al servizio dell’industria bellica, come la Breda, i cui stabilimenti erano a Sesto San Giovanni, periferia nord della città.

Errore fatale. Quella mattina 18 bombardieri americani, ciascuno con a bordo 10 bombe da 220 kg, per un errore nel calcolo della rotta (forse per una errata interpretazione delle coordinate in codice nel piano di volo), si trovarono a sorvolare il quartiere di Gorla, anziché gli stabilimenti della Breda. Capito lo sbaglio, il comandante della missione James B. Knapp decise di far rientrare gli aerei alla base.

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Ma rimaneva il problema del carico: le bombe già innescate non potevano infatti essere riportate indietro, per non mettere a repentaglio l’incolumità degli equipaggi. Contrariamente a quanto previsto in casi simili, dunque, Knapp non fece sganciare le bombe nelle campagne o in mare durante il volo di ritorno, ma ordinò di disfarsene subito.

Una corsa vana. Alle 11:29 l’abitato di Gorla fu colpito e oltre 37 tonnellate di esplosivo distrussero case, negozi… Una delle bombe colpì la scuola “Francesco Crispi” procurando la morte di 184 bambini e di 25 tra insegnanti, direttrice e personale scolastico, tutti colti nel tentativo di raggiungere il rifugio antiaereo.

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Morirono anche alcuni genitori accorsi a scuola, al suono delle sirene d’allarme, per tentare di salvare i loro figli.

La collina di macerie. Milano quel giorno fu pesantemente colpita dalle bombe e subì danni gravissimi: persino la Galleria Vittorio Emanuele, simbolo della città, venne distrutta completamente. Tanto che il Monte Stella, la collinetta che oggi si trova nel quartiere QT8, fu “costruito” proprio con le macerie dei bombardamenti.

Fonte: focus

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