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In questa pagina, potrete trovare svariati articoli interessanti e accurati sulle ultime notizie dei più importanti tornei di tennis al mondo come Wimbledon, gli US Open, il Roland Garros e l’Australian Open. Non limitandoci alle novità del circuito internazionale, vi offriamo anche informazioni sui tornei minori, curiosità sulle stelle del tennis, analisi dei punteggi e molto altro ancora…

    Ubitennis

  • WTA Madrid: brivido per Collins, ottimo esordio per Vondrousova, sorpresa Montgomery-

    [13] D. Collins b. O. Danilovic 3-6 6-4 7-6(8)

    Intensa è la battaglia agonistica tra Danielle Collins, testa di serie n. 13, e Olga Danilovic, n. 122 del ranking. Si chiude dopo due ore e 43′ e ben cinque match point sprecati. Vince Collins, colei che ha mostrato più coraggio nel momento decisivo del match, tirando a tutta ogni colpo e costringendo l’avversaria alla resa.

    Forse era proprio Danilovic a meritare qualcosa in più, ma ha tremato nei momenti decisivi subendo il controbreak nel secondo set dopo aver fallito la chance del doppio break affossando in rete un passante di rovescio alla sua portata, e facendo rientrare in partita l’avversaria quando ha servito per il match nella terza frazione. Ha spinto a tutta nel tie break la n. 15 del mondo e ha ottenuto la gioia del successo, cancellando una serataccia al servizio con dieci doppi falli e il 29% dei punti conquistati con la seconda (13/45). Entrambe si sono alternate nel mostrare lati migliori e oscuri del proprio tennis e danno vita a una sfida molto intensa e con tanti colpi di scena.

    Collins sottotono e nervosa, Danilovic ne approfitta

    La prima ad andare in difficoltà è l’americana che nel primo parziale smarrisce la prima di servizio e incappa in ben quattro doppi falli, due all’interno di uno stesso game. Ci sono tre break consecutivi a segnare la fase centrale del primo set che regala un piccolo vantaggio alla figlia d’arte. Collins va di fretta, non entra in partita e commette numerosi errori. Danilovic fa valere la forza del suo dritto e spinge molto in risposta. Al terzo set point con merito chiude 6-4.

    Un passante di rovescio in rete della serba gira la gara

    La serba parte forte anche nel secondo set e strappa subito la battuta alla statunitense. Gioca con intelligenza e appena può osa con il dritto. La gara gira nel quinto game con Olga che si procura due palle del doppio break, la seconda delle quali fallita con un passante di rovescio tutt’altro che irresistibile. Danilovic accusa il colpo, Collins ringrazia ed entra finalmente in partita. Recuperato il break di svantaggio nel turno successivo è nel nono game che torna in campo la versione pasticciona della statunitense: prima di salire 5-4 commette ben tre doppi falli e deve alzare il livello del suo tennis per metter pressione sulla serba.

    Danilovic prova a difendersi con i denti per restare aggrappata al parziale, ma la qualità del tennis giocato da Collins è notevole. L’americana mette spesso e volentieri i piedi in campo, alza la traiettoria dei suoi colpi e con la potenza del suo dritto trova la profondità necessaria per chiudere il set in suo favore.

    Collins chiude al sesto match point con l’arrivo della pioggia

    Nel terzo set è grande lotta: Danilovic è quella che avrà più chance in assoluto, mentre Collins è quella costretta agli straordinari per reggersi in piedi. La serba è eccezionale nelle sue difese a oltranza e, appena può, cerca il lungolinea per mettere in difficoltà una Collins spesso e volentieri disunita. Al servizio Olga cerca spesso il dritto dell’americana. Entrambe servono meglio rispetto ai precedenti set. Nel nono game la prima svolta del terzo set: arriva il nono doppio fallo di Collins, seguito da due errori gratuiti consecutivi che mandano Danilovic a servire per il match. L’americana spinge subito con i colpi: un doppio fallo di Olga e un paio di vincenti della n. 13 del seeding creano subito tre palle del controbreak consecutive. Per annullare le prime due basta la tenacia della serba, sulla terza il suo dritto esce di poco e si torna in parità.

    Senza affanni le due giocatrici riescono ad arrivare al tie break. Il primo mini break è in favore di Collins: seconda tenera di Danilovic e gran dritto lungolinea dell’americana. E’ sempre lei a ottenere il terzo punto del tie break, agevolato da una gran risposta sull’ennesima seconda della serba e da un paio di “legnate” di dritto, 3-0. Poi sbaglia in lunghezza Collins che perde uno dei due minibreak di vantaggio prima di salire 4-1 con una strepitosa palla corta che resta dolcemente in campo. Si gira 4-2 e il settimo punto del tie break è conquistato dall’americana che alza la traiettoria del palleggio e induce all’errore la serba. Dritto in corridoio della n. 15 del mondo che, poi, con una buona prima di servizio esterna si procura tre match point di fila. Dopo due ore e 36′ i primi due se ne vanno per merito della serba che gioca con grande coraggio. Sul 6-5 niente prima per Collins che rischia una seconda velenosissima e dopo un duro scambio affossa in rete il rovescio: se ne va anche il terzo match point.

    La difesa di Danilovic è straordinaria e costringe la statunitense a martellare a più non posso per arrivare al quarto match point. Collins sbaglia la risposta sulla quarta chance per chiudere la gara, ma poi se ne procura una quinta con un’entrata incisiva su un servizio tenero della serba. Alla porta della statunitense bussa il decimo doppio fallo: c’è tensione e si resta in parità, 8-8. Rovescio fantastico dell’americana e sesto match point mentre cominciano ad arrivare alcune gocce di pioggia. Evitando ogni beffa, Collins si inventa un gran dritto lungolinea che lascia sul posto Danilovic e accede al turno successivo dove affronterà la rumena Cristian.

    [7] M. Vondrousova b. S. Rogers 6-1 6-3

    Tutto facile per Marketa Vondrousova all’esordio al Mutua Madrid Open. La ceca batte in due set Shelby Rogers lasciandole solo quattro game, 6-1 6-3 in un’ora e 18′. Nessun problema per la campionessa in carica di Wimbledon, incappata solo in un avvio non brillantissimo di secondo set in cui ha dovuto ribaltare lo 0-2 di svantaggio. La ceca ha perso solo sei punti con la prima di servizio tenuta al 73%. Nel prossimo turno affronterà Mirra Andreeva.

    [WC] R. Montgomery b. [26] K. Boulter 1-6 6-3 6-4

    A 19 anni Robin Montgomery conquista la prima vittoria in un WTA 1000. Arriva sulla terra rossa di Madrid dopo due ore e 4′ di gara. A farne le spese è stata Katie Boulter che pure bene aveva cominciato la sua serata madrilena. Il finale sorride alla classe 2004 che trionfa in rimonta 1-6 6-3 6-4.

    Dopo un primo set terribile, in cui la britannica ha perso un solo punto con la prima di servizio, Montgomery ha cambiato passo nel secondo set, salendo al 64% di prime messe in campo e cominciando a metter pressione in risposta alla sua avversaria. Nel terzo set l’americana si è trovata a servire per il match sfruttando il doppio break di vantaggio. Avanti 40-0 ha sprecato tre match point consecutivi e ancora un quarto dopo aver cancellato tre palle break. Boulter ha strappato la battuta alla sua avversaria ma nulla ha potuto fare nel decimo game per poter riequilibrare la sfida. Montgomery ha chiuso al quarto match point. Sfiderà Aryna Sabalenka, campionessa in carica.

  • ATP Madrid: Rune sopravvive a Navone, Zverev amministra Coric-

    [11] H. Rune b. M. Navone 5-7 7-6(2) 6-4

    Sull’Arantxa Sanchez, emozioni a fior di pelle per Holger Rune che dopo essersi trovato a due soli punti dalla sconfitta batte un indomito guerriero terraiolo qual è Mariano Navone, alla conclusione di tre ore di grande battaglia. 5-7 7-6(2) 6-4, la rimonta che parla Danimarca. Match dai mille risvolti e ribaltamenti di fronte, il 21enne argentino va vicinissimo alla vittoria più importante della carriera nel suo primo confronto contro un Top 20 – la scorsa settimana aveva superato il connazionale Cerundolo, n.°21, a Bucarest – ma nel momento della verità la comprensibile tensione per la posta in palio gli ha giocato un brutto scherzo.

    Il campione di Parigi Bercy 2022 aveva approcciato al torneo voglioso di conquistare punti propedeutici al rientro in Top 10, cercando di farsi strada nell’unico appuntamento primaverile sul rosso europeo che nel 2023 lo aveva visto uscire prima dei quarti. Il classe 2003 era reduce dal KO in semifinale contro Struff a Monaco, dove difendeva le ultime due edizioni, al contrario Navone stava vivendo un momento di forma estremamente brillante con tre semifinali negli ultimi tre tornei disputati e la ciliegina della finale rumena della settimana scorsa.

    Primo set: Rune privo di lucidità tattica, Navone in piena fiducia

    Ancora una volta, anche in questo suo esordio nell’edizione 2024 del Masters 1000 iberico, Rune ha palesato una mancanza di acume tattico non riuscendo quasi mai a costruire il punto come avrebbe dovuto. Continua la sindrome delle discese a rete “fuori tempo”, il danese avanza dopo attacchi che non sono né profondi né carichi a sufficienza di velocità e top spin per poter impensierire l’avversario nell’altra metà campo. Ma soprattutto, ciò che dovrebbe preoccupare Holger e il suo angolo sta a monte della questione: che giocatore vuole essere da grande il 20enne di Gentofte, un attaccante a tutto campo o uno di ritmo in pressione da fondo?

    Se la risposta giusta è la prima, beh è necessario fare un lavoro specifico sull’apprendimento e l’affinamento della gestione degli spazi da occupare nella copertura volante e dei tempi da tenere per disimpegnarsi nelle modalità corrette che questo stile propositivo richiede. Poi, certo, quando fa tutto bene il classe 2003 è in grado di regalare magie di meravigliosa fattura nei pressi delle zolle di terra più prossime al nastro. E sempre nell’ottica di una tale proposta di gioco, le costanti ribattute in controbalzo con annessi centimetri risucchiati al rivale – ammirate ad esempio con Sinner a Montecarlo, sono invece già ben rodate nell’arsenale del n.°12 ATP.

    Questa confusione tattica del figlio di Aneke, che ricordiamolo ha solo vent’anni quindi è più che sacrosanto che debba ancora migliorare parecchio in diversi comparti di gioco, spiega tuttavia solamente in parte le difficoltà del match odierno. Dall’altra parte, infatti, Mariano è in piena fiducia. Sta vivendo il miglior momento della carriera da quando finalmente – a partire da Cordoba – è apparso nel circuito più prestigioso del mondo tennistico: è un tennista che il mattone tritato lo conosce come le sue tasche e il grande periodo di forma – almeno semifinale negli ultimi tre eventi disputati – gli fa trovare presto la giusta confidenza nei passanti sugli attacchi garibaldini del più giovane avversario.

    Pronti via e ci sono quattro break point in sette minuti, così Navone scappa sul 2-0. Dopodiché vanno in scena una serie di break e contro-break, ma la sensazione limpida che si avverte anche nei frangenti di equilibrio è quella di una distanza abbastanza marcata nel gioco espresso a favore dell’argentino. L’allievo di Mouratoglou sembra voler intenzionalmente uscire dallo scambio, come se fisicamente non si sentisse a posto, come se sapesse di non poter reggere il palleggio prolungato. Naturalmente, in quei momenti in cui riesce ad alzare il ritmo la sfida cambia totalmente ma purtroppo per lui, il danese quest’oggi non possiede la qualità per essere continuo in questo proposito strategico e allora ad un ritmo più basso il classe 2001 sudamericano va a nozze in manovra: per di più, il sudamericano sta pure vincendo praticamente il doppio dei punti in risposta rispetto a Rune.

    Secondo Set: Rune cresce di livello, Navone si scioglie sul più bello

    Alla ripresa agonistica, Rune alza il proprio livello mostrando meno up-and-down ma il ventunenne albiceleste è di una solidità disarmante: copre il campo straordinariamente, pungendo sempre al momento propizio. Il primo a costruirsi palle break è comunque il danese nell’ottavo game, però entrambe le occasioni di strappo vengono ben disinnescate dalla consistenza difensiva di Mariano. Si arriva al rush finale e le emozioni non si contano più: prima Holger commette un sanguinoso doppio fallo sul 5-5, 30-30; poi si consegna definitivamente con un serve&volley privo di senso che viene punito dalla risposta argentina bassa nelle stringhe delle scarpe.

    Giunge così il momento della verità, e un Navone fin lì perfetto nella partita più importante della carriera sente la tensione: sul 6-5, 30-15 e servizio a due soli quindici dal successo inciampa commettendo i primi due doppi falli della suo match che segnano un contro-break che lascia un marchio indelebile – in un game dove ha messo una sola prima su 6. Al tie-break, non c’è storia: 7 punti a 2, si va al terzo con uno stato d’animo ben differente.

    Terzo Set: Rune vola sul 5-1, sembra finita ma la Navoneta regala una parziale rimonta prima del punto esclamativo di Holger

    Adesso è sceso in campo il Rune che conosciamo e che vorremmo sempre ammirare sul campo da tennis, inchioda l’argentino sulla diagonale bimane e i dividenti non tardano ad arrivare. La frazione decisiva è letteralmente dominata – almeno fino ad un certo punto – dallo spavaldo danese, che si procura già un match point in risposta sul 5-1 tuttavia deve fare i conti con l’atteggiamento invidiabile del rivale meno quotato; il quale sta dando tutto quello che ha e nonostante si sia ritrovato “inutilmente” ad una manciata di punti dal successo non ha smarrito nemmeno un granello di dedizione agonistica e concentrazione mentale.

    E così, basta un niente che il match ribalta nuovamente le certezze che apparivano tali. Dal 5-1, Navone vince tre game consecutivi e si riporta a contatto. Dopodiché, il decimo gioco è un turbinio di adrenalina che riassume l’intero confronto. Uno scatenato Mariano raccatta tutto ciò che può e anche che non può, una fase difensiva da lottatore vero: cancella altri quattro match point, ma alla fine il riflesso volante di Holger sulla quinta chance gli vale il passaggio del turno.

    Abbiamo appena assistito, di gran lunga, ai uno degli incontri più belli ed emozionanti di questi primi turni madrileni.

    [18] S. Baez b. L. Van Assche 6-4 6-7(2) 6-3

    Nel terzo match odierno in programma sul Campo 6 dell’impianto madrileno, la testa di serie n.°18 Sebastian Baez ha sconfitto in tre set il giovane francese Luca Van Assche. La partita si è risolta dopo tre ore di lotta, con il punteggio finale che recita 6-4 (2)6-7 6-3 in favore del tennista argentino. Ai sedicesimi di finale, il ventitreenne di Buenos Aires incrocerà il suo percorso con quello del finalista al recente ATP 250 di Monaco di Baviera: lo statunitense Taylor Fritz, che si è guadagnato l’accesso al terzo turno del torneo spagnolo battendo Luciano Darderi. Per il numero 1 di Argentina, dopo i KO all’esordio a Montecarlo e Barcellona per mano di Struff e Arnaldi, questo successo ai danni dell’allievo di Vincenzo Santopadre vale il ritorno alla vittoria sulla terra: affermazione sul rosso che all’ex n. 1 juniores mancava dal doppio trionfo consecutivo messo a segno nel mese di febbraio – durante la Gira Sudamericana – con i trofei del ‘cinquecento’ di Rio e di Santiago.

    [13] U. Humbert b. B. van de Zandschulp 6-3 6-3

    Nel quarto incontro di giornata sul Court n.6 della Caja Magica, il tredicesimo protagonista del tabellone maschile di Madrid Ugo Humbert ha gestito senza patemi l’impegno di secondo turno che lo vedeva contrapposto all’olandese Botic Van De Zandschulp: il 28enne orange si è arreso al termine di ottanta minuti di gioco, con lo score ribadito di 6-3 6-3. Al terzo turno, per il mancino francese ci sarà il fresco campione della piovosa Monaco Jan-Lennard Struff.

    [23] J-L. Struff b. J. Munar 6-1 7-5

    Dopo essere diventato il terzo più “anziano” neo-campione ATP, ormai Jan-Lennard Struff si è liberato della scimmia dal groppone. Sbloccatosi a quasi 34 anni nella fredda e casalinga Baviera, il colpitore teutonico parte alla grande nella difesa della finale di un anno fa: liquida lo spagnolo Jaume Munar per 6-1 7-5 in 1h26‘ di scontro. La ventitreesima testa coronata del Mutua Open ha sofferto qualcosina nel secondo set, ma il risultato finale non è mai stato in dubbio: il tedesco ha sfruttato a dovere le condizioni rapide del torneo, portando a casa 30 punti sui 35 iniziati con la prima, una percentuale pari all’86%. Adesso per lui, l’ostacolo al turno successivo si chiama Humbert: partirà favorito.

    [4] A. Zverev b. B. Coric 6-3 6-2

    Normale amministrazione ad aprire la sessione serale del Manola Santana, per il due volte vincitore del torneo Alexander Zverev: la testa di serie n.° 4 annichilisce Borna Coric 6-3 6-2 in appena un’ora e mezza di partita. Sascha rompe l’equilibrio trovando il break nel sempre dirimente settimo game, dopo aver tuttavia già avuto tre chances di strappo sul 2-2. Il doppio vantaggio nel nono gioco infine chiude i conti del parziale. Andamento simile anche nella seconda frazione, anche per il n.° 5 del mondo ottime percentuali in battuta con il 74% di prime in campo e l’81% di trasformazione senza dimenticare i 5 aces messi a referto (16-16, in perfetta parità winners e unforced; 9 non forzati in più rispetto agli 8 soli vincenti per il croato). Ai sedicesimi, affascinante scontro Zverev-Shapovalov.

    [24] T. Griekspoor b. T. Daniel 4-6 6-3 6-4

    Nel quinto ed ultimo match sul Campo 5, sono servite poco più di due ore di partita all’olandese Tallon Griekspoor per superare il nipponico Taro Daniel: 4-6 6-3 6-4 in favore del n.°24 del seeding. Doppia cifra di aces, 11, per il tennista dei Paesi bassi e l’81% di punti con la prima; bene anche la seconda palla di servizio con cui ha raccolto il 66% dei punti. Super prestazione dettata anche dai 45 vincenti, mitigati solamente da 15 non forzati. Dall’altra parte, 18-10 il bilancio giapponese. Per Tallon, al prossimo turno il sopravvissuto Holger.

  • ATP Madrid, Alcaraz: “Non ho colpito al 100% il diritto”-

    Tutto facile per Carlos Alcaraz che in un’ora e nove minuti si è sbarazzato della pratica Shevchenko. Kazako capace di strappare solo tre game al n. 3 del mondo. Lo spagnolo, dinanzi al suo pubblico, ha testato il suo fisico in vista del prosieguo della stagione su terra rossa. “Non ho colpito al 100% il diritto” ha dichiarato Alcaraz che poi ha spiegato il motivo: “L’ho colpito più piano del solito, ma penso che mi abbia aiutato a rimanere rilassato. Sono entrato in campo con l’auspicio di sentirmi bene fisicamente e non avvertire dolore all’avambraccio. Questa era la cosa più importante per me. Ero davvero felice di non sentire nessun dolore e dopo ho potuto aumentare la mia intensità. Ho potuto spingere il dritto ed è stata importante per me questa gara”

    Poi spiega di aver cambiato il metodo di allenamento: “Ho fatto delle cose all’avambraccio per evitare infortuni in tutto il corpo, solo per mantenermi integro il più possibile, per andare ai tornei al 100%. Questo è il lavoro che devo fare ogni giorno se voglio giocare ogni torneo durante l’anno”.

    Ma quali sono le sue sensazioni in campo? “Spero di giocare tante partite prima del Roland Garros (sorride). E’ stata la prima partita dopo Miami e penso di aver giocato un tennis di buon livello. Quando giochi sulla terra battuta devi passare molte ore in campo per poter essere pronto per i palcoscenici più importanti e trovare la migliore versione di te stesso su questa superficie. In questo momento sto pensando a migliorare e a crescere ogni giorno. Penso di essere vicino al mio 100% qui a Madrid e vediamo come andrà nelle prossime settimane. Ma l’importante è farsi trovare pronti per il prossimo torneo e ovviamente per il Roland Garros”.

    Alcaraz si è soffermato poi sull’esultanza avuta con il suo staff a fine gara: La mia reazione a fine gara è stata di chi ha potuto competere e sentirsi bene in campo. Con la mia squadra abbiamo fatto un ottimo lavoro nelle ultime settimane, c’erano molti dubbi sul fatto che giocassi o meno. Alla fine mi sono espresso in una versione fantastica, di ottimo livello, ecco perché ho festeggiato la vittoria con la mia squadra in quel modo”.

    A proposito della docuserie su Alcaraz, lo spagnolo ha dichiarato: “Voglio mostrare la mia personalità. Tutti conoscono Carlos Alcaraz come tennista in campo e penso che sia diverso da quello che sono in realtà. E’ una bellissima cosa mostrare l’immagine di quel ragazzino che insegue il suo sogno e diventa un numero 1 al mondo”.

  • WTA Madrid, Sabalenka: “Ecco perché preferisco guardare il tennis maschile”-

    Una vittoria complicata, ma ottenuta al termine di una gara molto combattuta. Vince in tre set Aryna Sabalenka contro un’avversaria, Magda Linette, molto in forma sulla terra rossa. 

    Madrid strizza l’occhio ad Aryna Sabalenka, vincitrice uscente: “E’ stata una partita difficile in cui la polacca ha giocato un tennis incredibile. Nel secondo set ha messo un po’ più di pressione sul mio servizio e io non ho gestito bene le mie emozioni. Siamo andati al terzo set e sono felice di essere riuscita a chiudere questa partita con una vittoria”.

    Nelle ultime cinque edizioni qui a Madrid, la bielorussa è stata eliminata tre volte al primo turno e due volte ha vinto il torneo, non conosce vie di mezzo: “Quando riesco a superare il primo turno è un buon segno per me (sorride).  Spero che sia un buon segno e continuerò così. O perdo la prima oppure vinco. Teniamolo semplicemente come un buon segno (sorride). Non lo so. Mi piace Madrid. Ci sono molte cose per cui mi piace. L’atmosfera nello stadio è fantastica. Il campo è davvero di ottima qualità. Sicuramente l’altitudine mi aiuta, così come  l’alto rimbalzo. Inoltre, mi piace la città, ci sono molti buoni ristoranti per me. Mi sto allenando e ho bisogno di mangiare del buon cibo. E’ per questo che sto bene a Madrid”.

    Sabalenka aveva dichiarato di preferire la visione di una gara di tennis maschile rispetto a quella femminile. Con questa affermazione ha danneggiato il tennis femminile? Ecco cosa ha risposto a Giovanni Pelazzo di Ubitennis: “Non volevo danneggiare il tennis femminile. Stiamo facendo del nostro meglio e ci sono tante belle partite. Non mi piace guardarlo solo perché gioco contro tutte e voglio vedere altro. Guardo un sacco di tennis femminile prima di giocare la mia gara. Nel dire che non guardo gare femminile non significa che offendo quello che faccio. Guardo il tennis maschile perchè è più divertente rispetto all’assistere a una gara di mie future avversarie nel torneo”.

    Sabalenka è l’idolo di tanti juniores: che consiglio darebbe a questi giovanissimi che si affacciano al tennis e vogliono cimentarsi con il loro grande sogno: “Questa è una domanda molto difficile. Direi loro le cose che ripeto spesso a me stessa, ovvero di non affrettare le cose. Di prendersi il tempo necessario. Bisogna semplicemente fare il proprio lavoro nel miglior modo possibile e l’unica cosa che puoi fare in campo è lottare per questo. Se lavori duro, se fai tutto quello che puoi sul campo di allenamento, significa che lo farai sul campo di gara. Devi solo fidarti del tuo lavoro e lottare per questo. Non arrabbiarsi troppo, ad esempio, non diventare super negativi in campo mentre si gioca”.

  • Nadal approva il doppio con Alcaraz alle Olimpiadi: “Possiamo ambire a grandi traguardi”-
    Rafael Nadal - Madrid 2024 (foto Florin Baltatoiu)

    Mentre a Madrid cresce l’attesa per rivederlo nuovamente in campo, Rafa Nadal fa parlare di sé anche fuori dal terreno di gioco. In uno scambio di battute con l’account Instagram ufficiale del Mutua Madrid Open, il 22 volte campione Slam ha raccontato che gli piacerebbe giocare il doppio con Alcaraz alle prossime Olimpiadi.

    Un dream team che farebbe sognare gli appassionati e che, “se non accadrà niente di strano” (parola di Rafa), pare proprio s’abbia da fare. “Carlos non ha nulla da chiedermi” – ha detto Nadal al suo interlocutore, che gli racconta di quanto Alcaraz sia probabilmente un po’ spaventato dal chiedergli di giocare insieme a Parigi.

    Anch’io non vedo l’ora di giocare con lui e, se ho capito bene, mi hanno detto che anche lui ne sarebbe molto felice – ha proseguito il maiorchino.

    L’ideale sarebbe scendere in campo insieme almeno una volta prima dei Giochi, anche se il calendario sembra decisamente fitto per riuscirci. “Sarebbe bello poter giocare qualche torneo insieme prima delle Olimpiadi, in modo da prepararci e capirci dentro al campo” – spiega Rafa. “Credo che se entrambi arriveremo in condizione avremo l’opportunità di formare una buona coppia e ambire a grandi traguardi. Penso che sarebbe fantastico per noi e per tutto il team spagnolo. Vedremo come si evolverà la situazione, spero che sarò all’altezza di giocare con lui e di essere una buona coppia, perché Carlos sicuramente lo sarà per me – conclude Nadal.

  • WTA Madrid: Verdasco nell’angolo di Jabeur-

    Non riesce a stare lontano dai campi da tennis. Fernando Verdasco, ex Top 10 e vincitore di 7 titoli ATP, è a Madrid ad allenare Ons Jabeur. La tennista tunisina, infatti, si sta avvalendo dei consigli dello spagnolo semifinalista all’Australian Open 2009. La loro partnership è limitata al solo torneo spagnolo, vista l’indisponibilità di Jaber Issam Jellali, coach di Jabeur e impossibilitato a raggiungere la città spagnola.

    Sto cercando di acquisire la mentalità spagnola per giocare sulla terra battuta e, a quanto pare, non è così male”, aveva dichiarato la tunisina ai giornalisti giovedì scorso. Poi ha spiegato: “Con Nando siamo amici intimi e ha appena avuto il suo terzo figlio, quindi abbiamo l’energia di un nuovo bambino nella squadra. È bello averlo, sono sempre stato un suo fan come giocatore, ma anche come persona perché ha un’energia incredibile. Mi sta aiutando questa settimana, quindi speriamo di poter disputare più partite insieme”.

    Fernando Verdasco non ha ancora annunciato il suo ritiro dal circuito ATP. O, almeno, non in maniera ufficiale. Il quarantenne tennista madrileno sembra avere tutte le intenzioni di proseguire il suo percorso all’interno dell’universo tennistico mondiale. Magari, dall’altra parte della barricata.

    Durante il tour sulla terra battuta Verdasco seguirà Abdullah Shelbayh, una delle grandi promesse del circuito maschile, già nella top 200 del mondo. Già a Montecarlo, il tennista spagnolo era nell’angolo di Shelbayh.

    L’attuale collaborazione con Verdasco fin qui ha portato bene a Jabeur che ha debuttato a Madrid battendo superato Anna Karolina Schmiedlova 6-4 5-7 3-6, in un match che si è complicato all’improvviso dopo aver avuto un match point a sua disposizione. Quella ottenuta contro la slovacca è stata la vittoria n. 4 della sua stagione, fin qui poco brillante. La scorsa settimana a Stoccarda, ha interrotto una serie di cinque sconfitte consecutive nel Tour. Nelle ultime settimane, l’attuale n. 9 del mondo è stata tormentata da un riacutizzarsi di un infortunio al ginocchio.

    Vuole tornare a vincere qui a Madrid: “Stavo scherzando con Aryna (Sabalenka), pensavo, lei ha vinto nel 2021, io ho vinto nel 2022, lei ha vinto nel 2023, e io ho pensato, ora tocca a me nel 2024, continuando l’alternanza. Mi piace giocare qui, soprattutto quando trovo davvero il mio ritmo perché sento che la piccola altitudine qui aiuta davvero“.

    Nel prossimo turno, Jabeur sfiderà Leylah Fernandez.

  • Non si interrompe un’emozione: il paradosso di John Isner, l’uomo che ha distrutto il fascino dell’oltranza-

    Lorenzo Giustino ha il naso triste da italiano allegro, e continua a scuoterlo: ha appena fatto il bagno nella terra rossa del campo numero 14 del Roland Garros e la sua schiena porta i segni colorati di quel tuffo. Si è accasciato per un attimo sulla rete, in attesa di salutare il suo avversario, e sta sorridendo solamente con gli occhi, perché ha i muscoli pietrificati. Corentin Moutet continua a fare i capricci, guarda il campo, alla ricerca di una buca con cui litigare, ma alla fine cede e si avvicina a Giustino: Lorenzo si aspettava un addio più affettuoso dopo tutto quel tempo passato assieme, ma Moutet è Moutet e onestamente- dopo due giorni di tennis, dopo 6 ore e 5 minuti (il secondo match più lungo della storia del Roland Garros), dopo un quinto set di tre ore- avrebbe anche tutto il diritto di rosicare in santa pace. 

    La versione autunnale del Roland Garros, quella del 2020, non è stata una storia indimenticabile: la solita passeggiata di Nadal, il freddo, il lockdown, le tribune praticamente deserte, il tennis a tutti i costi. Un torneo complessivamente noioso e per forza di cose un po’ ovattato, un torneo che decise di regalarci qualche goccia di adrenalina solamente nel corso dei primi giorni, con una serie di maratone da slam: nervi e polvere, Sandgren e Hurkacz (11-9 al quinto), Giron e Halys (8-6), Rodionov e Chardy (10-8), Londero e Delbonis (14-12). E poi? E poi i francesi, che si incazzano. 

    Lorenzo Giustino era un giocatore che non esisteva, poi è rimasto impigliato nel fascino dell’oltranza, e adesso ce lo ricorderemo per sempre. 

    0-6 7-6(6) 7-6(3) 2-6 18-16, zero-sei, sette-sei, sette-sei, due-sei, diciotto-sedici, e già solamente la matematica del punteggio meriterebbe una seduta gratuita dall’analista. Anche perchè Moutet ha sbattuto contro gli spigoli del labirinto dello sport del diavolo, perdendo una partita assurda, nonostante i 25 punti in più di Giustino; perché Moutet ha perso la partita nonostante abbia messo a segno 31 vincenti in più dell’avversario e commesso 8 errori gratuiti in meno. Uno scherzo, un primo turno orrendo, una partita indimenticabile: Lorenzo Giustino era un giocatore che non esisteva, e adesso che lo ricorderemo per sempre. 

    IL TIE BREAK DECISIVO, L’ECCEZIONE CHE DIVENTA PRETESTO

    Lorenzo Giustino ce lo ricorderemo per sempre, anche perché non esisterà mai più una storia come la sua. Nel 2022 i capi del tennis mondiale decisero di abolire la bellezza dell’oltranza nel set decisivo dei tornei del Grande Slam introducendo definitivamente, in tutti e quattro i Major, il tie break ai 10. Il meccanismo dell’oltranza era sopravvissuto ai cambi di stagione della storia del gioco, con la curiosa eccezione dello US Open, dove sul 6 pari del set decisivo si disputava un normale tie break, come in tutti gli altri parziali. 

    Il governo del tennis, che già da tempo si interrogava sul presunto problema dei match infiniti, trasformò l’eccezione in un pretesto dopo la storica semifinale di Wimbledon del 2018 tra Kevin Anderson e John Isner: il sudafricano si impose dopo 6 ore e 36 minuti di agonia con il punteggio di 26-24 al quinto set, rovinando il palcoscenico della semifinale più attesa, quella tra Nadal e Djokovic. I palinsesti delle televisioni di tutto il pianeta impazzirono, in attesa della fine dell’antipasto: i due campioni entrarono in campo solamente nel corso della serata inglese e la partita venne spezzata in due a causa del coprifuoco dei Championships, che imponeva agli organizzatori di interrompere gli incontri alle ore 23 locali.

    La semifinale più attesa- ed è proprio il caso di dirlo- proseguì il giorno successivo, Nole vinse 10-8 al quinto set (il destino, quando ci si mette, sa diventare beffardo) e poi dominò (quel che rimaneva di) Kevin Anderson in finale. La frattura e la frittata erano completate, e quel weekend segnò la fine delle storie di tutti i potenziali Lorenzo Giustino del circuito. Wimbledon si inventò immediatamente l’esperimento del tie break ai 7 ma sul 12 pari (vi ricordate la finale Djokovic- Federer del 2019?), gli australiani optarono subito per il tie break ai 10, i francesi provarono a resistere, ma nel 2022 furono costretti a cedere: tie break ai 10, sul 6 pari, in tutti e quattro i tornei del Grande Slam. 

    Si arrivò in poche parole a una soluzione posticcia e anti-climatica per un problema che non esisteva.

    Una soluzione posticcia, perché il tie break ai 10, che nasce come una specie di via di mezzo tra l’oltranza e il tie break “secco”, è una via di mezzo piuttosto inguardabile, oscura contemporaneamente sia il fascino storico dell’oltranza che l’emozione “casuale” di un normale tie break, dove ogni punto pesa, dove una singola stecca può rappresentare la svolta della lotta. Il tie break ai 10 è un’idea piccola, da circolo, nella peggiore accezione possibile del termine: come quando sta finendo l’ora e non hai tempo di terminare un altro set: “Facciamo un tie break ai 10?”, giusto per ingannare il tempo, giusto per trovare un senso dove un senso non c’è più.

    E poi è una soluzione totalmente anti-climatica dal punto di vista dello spettacolo, perché interrompe l’emozione dei colpi di scena per costruire una nuova parentesi pre-confezionata. Lo sport, purtroppo o per fortuna, non è infatti il cinema: non c’è la sceneggiatura, non c’è il montaggio, non c’è la colonna sonora, non c’è il finale giusto al momento giusto. Il buio, le nuvole che trascinano la pioggia, il medical time out, la bagarre, la torcida, la polemica, la tensione dei nervi e del punteggio: le emozioni sportive vivono una vita propria, ma se vengono pre-confezionate perdono tutto. John Isner ha costruito una carriera intorno al fascino dell’oltranza ma John Isner è stato anche il killer di quel fascino: cerchiamo di approfondire l’indagine.

    LA CARRIERA E I SUCCESSI DI LONG JOHN

    John Robert Isner, che oggi compie 39 anni, si è ufficialmente ritirato al termine dello US Open del 2023: la sua è stata una carriera anomala, cominciata di fatto in ritardo, nel 2007, a 22 anni, solamente dopo aver completato gli studi. Il primo torneo ATP di Isner fu una specie di favola: raggiunse, da wild card, la finale di Washington vincendo tutti i match al tie break decisivo (nell’ordine Henman, Benjamin Becker, Odesnik, Haas e Monfils). Quel battesimo rappresentò il trampolino di lancio della vita sportiva di Long John (208 centimetri), che nel corso degli anni smussò gli spigoli del suo gioco: il nativo di Greensboro venne inizialmente percepito dal resto del circuito come una specie di fenomeno di baraccone, ma quel tennista/ pachiderma aggrappato al servizio col passare del tempo aggiunse altre piccole soluzioni ad un gioco per forza di cose scarno. Lavorò sulla condizione atletica e sulle risposte in avanzamento, cavò dalle rape del suo talento un pizzico di tocco nei pressi della rete e una volée in generale più che discreta e si tolse di conseguenza le soddisfazioni che meritava: il best ranking di numero 8 del mondo (dopo quella semifinale con Anderson), il record di ace nel circuito maggiore (14.470) 16 titoli ATP (sempre nel 2018, il più prestigioso, a Miami, dopo una grande finale con Zverev) e una presenza alle Finals di fine stagione.

    Non ha mai vinto un torneo in Europa: 14 in Nord America (6 volte Atlanta, 4 volte Newport, Isner era un tipo che si affezionava ai suoi posti) e un paio in Australia (Auckland, 2010 e 2014). Ha perso altre quattro finali nei Masters 1000 (la distanza del 2 su 3, soprattutto sul cemento, rappresentava la sua condizione preferita) a Indian Wells (Federer), Cincinnati (Nadal), Bercy (Murray) e ancora a Miami (Federer). Proprio con Roger firmò però una delle partite della vita, in Coppa Davis, a Friburgo, nel 2012: i padroni di casa optarono per la terra indoor, e ne uscirono con le ossa rotte. Long John scoprì le condizioni perfette per il suo servizio e per le risposte aggressive col paraocchi (tre quelle vincenti nell’ultimo game, giocato in totale trance agonistica) e travolse Federer in quattro set, guidando la sua nazionale verso il sapore dolce dell’impresa in trasferta.

    IL PARADOSSO E LA MARATONA: ISNER- MAHUT

    Punto di riferimento americano, titoli, best ranking da campione, una delle battute più efficaci della storia: ma, perdonate la superficialità, le partite di Isner non le guardava nessuno. E, per certi versi, della sua carriera monumentale rimarrà soprattutto il ricordo della tortura di quei maledetti ace, che ti costringevano a cambiare canale. Isner era il “bug” del tennis mondiale, specialmente nei tornei del Grande Slam: il berretto ad un certo punto cominciava a grondare di sudore, la faccia paonazza si trascinava per il campo, e quello diventava il momento della svolta, il momento degli ace. Il motore del gioco di John col passare dei minuti si inceppava, producendo servizi vincenti a grappoli e, contemporaneamente, game di risposta completamente immobili, in attesa di non si sa bene cosa. Il tennis diventava maratona, la partita si trasformava in una storia, il gioco non esisteva più, il pubblico impazziva, e tu, seduto sul divano, appena vedevi quegli strani numeri del livescore diventare sempre più gonfi (8 pari, 10 pari, 14 pari,…) non resistevi più alla tentazione, e ‘accendevi Isner’: un po’ come quando sei in coda in autostrada e c’è un incidente, e poi ci passi di fianco, e non vuoi guardare, perché lo sai che non devi guardare. Ma alla fine guardi.

    Isner ha costruito la sua reputazione e la sua eredità tennistica basandosi sui match a oltranza, e i match a oltranza sono stati cancellati dal tennis per colpa di Isner. La maggior parte delle maratone “mostruose” e difficili da digerire lo vedevano infatti protagonista: bastava eventualmente attendere il suo ritiro, e invece il Governo ha sfruttato l’eccezione e l’ha fatta diventare regola. I match a oltranza erano di fatto un problema minore (i dati parlano chiaro, percentuali di impatto su un torneo che andavano dallo 0 virgola al 3%) e riguardava eventualmente solo un giocatore, al massimo due o tre (Isner, Anderson e Karlovic, tutti ormai ritirati).

    I paradossi di John Isner sono un cane che si morde la coda. 

    L’ex giocatore statunitense- ripetiamo- ha costruito la sua reputazione e la sua eredità tennistica sui match a oltranza e di conseguenza se fosse sempre esistito il tie break ai 10 nel set decisivo probabilmente nessuno- provocazione, ma solo fino ad un certo punto- si ricorderebbe di Isner. Provate a pensare alla carriera di Isner senza Isner-Mahut e senza quella targa appesa fuori dal campo 18.

    Nel 2012 (secondo turno del Roland Garros) perse 18-16 al quinto con Paul Henri Mathieu dopo 5 ore e 41 minuti, nel 2010 vinse- eccoci- la partita più lunga della storia del tennis, con Mahut, a Wimbledon, con il punteggio di 70-68 al quinto, e fa impressione solamente a scriverlo. I due rivali stracciarono, a braccetto, qualsiasi tipo di record, compreso quello della durata: 11 ore e 5 minuti, spalmati in tre giorni. Nel 2016 un’altra delle tante maratone di nervi, con Tsonga, sempre a Wimbledon: vinse il francese, 19-17, dopo 4 ore e 29 minuti, e infine, dopo una serie notevole di torture del genere, la semifinale del 2018, con Kevin Anderson.

    L’erba, ormai lenta o per meglio dire rallentata, consentì a Isner- non esattamente una specialista- di trovare il tempo del suo gioco: raggiunse la semifinale e occupò il Campo Centrale per quasi 7 ore, e possiamo solamente immaginare l’ansia del giardiniere. Nel corso del 49esimo game del quinto set Anderson scivolò, si rialzò, e, completamente fuori equilibrio, colpì un dritto mancino, per poi vincere il punto: 0-30, e infine break. Il break decisivo, grazie ad un dritto mancino, dopo una giornata intera di tennis. Hanno deciso di toglierci il vizio di queste piccole emozioni.

    LA RIVOLUZIONE DEL TIE BREAK E IL TENNIS RECINTATO

    La verità è che la rivoluzione del tie break rientra perfettamente nel contesto del pacchetto di provvedimenti che hanno contrassegnato il tennis mondiale nel corso degli ultimi anni: la svendita della tradizione della Coppa Davis, quella vera, la chiusura progressiva dei tornei minori, il nuovo sistema di assegnazione dei punti a livello challenger, il giorno di riposo nel formato dei Masters 1000 travestiti da slam, la protezione dei top player, il contentino economico ai giocatori di terza e quarta fascia.

    La direzione è quella dei binari di un tennis recintato: non c’è spazio per le storie inferiori ma solo per la comodità delle facce più note del circuito, perché quelle sono le facce che attirano i soldi, non c’è spazio per la pazienza e l’approfondimento della vicenda ma solo per i reel di Instagram. Un minuto, i sottotitoli giganti, un paio di mosse con le dita e il “contenuto” è impacchettato. La partita non la guarda più nessuno, eliminiamo direttamente la partita.

    I giocatori che vivono una carriera al di fuori della top70 del ranking rappresentano solamente un fastidioso contorno, organizziamo i tornei solamente tra i primi 10 del mondo. Prima o poi. Ma siamo così sicuri che Giustino- Moutet valga meno dell’ennesimo braccio di ferro- sempre uguale- tra Nadal e Djokovic?

    I capi del tennis ci hanno raccontato che il tie break è stata una minaccia esplicita dei giocatori, ci hanno raccontato che il bene supremo da proteggere era quello dell’integrità del torneo, “perché chi vince un long set poi sicuramente perde al turno successivo”, e ci hanno raccontato tante bugie: dal 2010 al 2018 (fonte: tennisitaliano.it) la percentuale di vittorie al turno successivo di quelli che erano appena sopravvissuti ad un tie break decisivo (ai 7) allo US Open era più bassa di quella di chi aveva appena trionfato in un quinto set a oltranza negli altri tre slam. Il tie break non risolve alcun tipo di problema, perché è impossibile risolvere un problema che non esiste.

    L’ultimo dritto di Lorenzo Giustino, in quella serata di Parigi, aveva la retromarcia, è inutile negarlo: si incastrò in una buca nei pressi della riga laterale, mandando completamente fuori tempo Moutet, che rimase a guardare il campo, ringhiando da solo. Il tennista napoletano adesso ha 32 anni, è il numero 324 del mondo e sta provando a risalire ancora una volta dall’inferno dei tornei Futures. La scorsa settimana ha raggiunto la semifinale nel challenger di Barcellona, partendo dalle qualificazioni: da quel Roland Garros autunnale non ha mai più rimesso piede nel tabellone principale di un torneo del Grande Slam.

    Moutet, invece, è rimasto Moutet, e non avevamo dubbi: lo scorso anno è stato operato al polso destro e per una manciata di mesi ha giocato solo slice di rovescio; un paio di sere fa nel corso di un cambio campo del suo match di primo turno a Madrid si è fatto offrire il caffè da uno spettatore. Aveva sonno e ha chiesto una mano all’arbitro: “We don’t provide coffee, Corentin”. E allora si è rivolto al pubblico.

    Anche il naso di Giustino, a dirla tutta, è rimasto lo stesso: quello lì un po’ triste, da italiano allegro. Su youtube non si trovano highlights della partita, ma noi c’eravamo e sappiamo che è esistita: la pioggia, la sospensione, i 25 punti di differenza a favore dello sconfitto, le mascherine, la malinconia della festa a porte chiuse, i lob di Moutet con l’avversario a fondo campo, l’astuzia di due tennisti da circolo, l’agonia degli scambi da terza categoria e l’allucinazione dei raggi di sole all’inizio del quinto set, e poi, soprattutto, i francesi che si incazzano, che le palle ancora gli girano.

    Lorenzo Giustino era un giocatore che fino a quella sera non esisteva, poi è arrivata l’oltranza. E ce lo siamo ricordato per sempre.

  • ATP Madrid: un ottimo Darderi ci prova ma non basta. Al terzo turno ci va Fritz-

    Da Madrid, il nostro inviato

    [12] T. Fritz b. L. Darderi 7-6(1) 6-4

    È ancora una volta un’ottima versione quella mostrata da Luciano Darderi, che sull’amata terra rossa dimostra di valere decisamente di più rispetto al suo attuale n°60 del mondo. Personalità, voglia di lottare e tanta tanta garra non bastano all’azzurro, costretto ad arrendersi 7-6(1) 6-4 a Taylor Fritz, bravo ad approfittare di ogni singolo calo del suo avversario, precisamente nel tie-break del primo set e nel cuore del secondo. Contro il primo top20 affrontato in carriera, comunque, resta la grande prova di Luli, che al Mutua Madrid Open ha ottenuto anche la sua prima vittoria in un Masters1000. Provando che lui, nel club dei più grandi, può starci eccome.

    Primo set: gran livello di Darderi, ma Fritz la spunta al tie-break

    L’inizio di partita è rapidissimo, con entrambi i giocatori che non hanno problemi al servizio. Fritz tiene a 15 tutti i suoi primi tre turni di battuta, Darderi a zero i primi due: dopo un quarto d’ora è 3-2 per lo statunitense. Nel sesto game, tuttavia, lo statunitense prova a farsi minaccioso, procurandosi le prime palle break della partita. Sono tre, non consecutive, tutte però annullate alla grande dall’italiano, l’ultima delle quali con uno smash/smorzata (e una buona dose di fortuna).

    Ad eccezione di quel game, in ogni caso, il match prosegue a passo spedito. Darderi dimostra ancora una volta di essere un cliente estremamente ostico su terra, giocando alla pari con un top15 ed ex n°5 del mondo. Il 2002 azzurro perde appena un punto nei suoi altri cinque game al servizio e, dopo 40 minuti, è già tempo di tie-break. Qui però purtroppo emerge la differenza di ranking tra i due protagonisti, con Fritz che vola con merito sul 5-0 e chiude 7-6(1) poco dopo.

    Secondo set: il passaggio a vuoto costa caro a Luli, che lotta ma deve arrendersi

    Questa volta è Darderi ad iniziare al servizio, che è però meno incisivo rispetto al primo parziale. È in particolare la seconda palla a creare qualche grattacapo in più a Luli, che nel primo game si salva da 0-30, ma nel terzo deve cedere la battuta. Dopo quasi un’ora arriva il primo break dell’incontro e porta la firma dello statunitense, bravo a tenere il livello sempre alto e a saper attendere il primo calo del n°60 del mondo.

    Darderi sembra ora più nervoso, eppure nel quarto gioco riesce a procurarsi le prime palle break della sua partita, scagliando un paio di poderosi vincenti (tra cui lo splendido rovescio lungolinea a chiudere il game) e caricandosi vistosamente. È però purtroppo solo un fuoco di paglia, perché Fritz si riprende immediatamente il break e lo mantiene fino a fine partita, difendendo con autorità i suoi ultimi turni di battuta. Il 22enne nativo di Villa Gesell prova a restare attaccato all’incontro con il giusto atteggiamento, ma non basta. Dopo un’ora e mezza di buonissimo tennis lo statunitense trionfa 7-6(1) 6-4 e raggiunge Sebastian Baez al terzo turno.

  • WTA Madrid, Rybakina: “C’è ancora tanto da migliorare nel tennis, anche a livello ATP”-

    Da Madrid, il nostro inviato

    Dopo un successo forse più sudato del previsto contro Lucia Bronzetti, la campionessa di Stoccarda Elena Rybakina continua a vincere anche al Mutua Madrid Open, pur senza non convincere troppo. L’importante però è sempre andare avanti, perché poi le sensazioni possono rapidamente cambiare da un giorno all’altro. Al termine del match, la vincitrice di Wimbledon 2022 si è presentata in zona mista, dove c’erano diversi giornalisti ad attenderla. Di seguito le sue dichiarazioni più interessanti.

    D: Come riesci, a livello mentale, a passare da un torneo vinto ad un altro subito dopo?

    Elena Rybakina: “Ho avuto quattro giorni di riposo, cercando ad allenarmi bene. Non è facile adattarsi subito alle condizoni, qui a Madrid sono molto diverse. Anche a livello mentale non è semplice prepararsi al meglio per tutti i tornei che abbiamo, ancor di più in un momento come questo in cui sto riuscendo ad arrivare spesso in fondo.

    D: Hai qualche extra motivazione per fare bene a Madrid, uno dei pochissimi grandi tornei in cui ancora non sei riuscita ad arrivare in fondo?

    Elena Rybakina: “Sicuramente l’altitudine rende le cose non semplici. La palla vola, devi muoverti molto bene su questa superficie. È vero, fino ad ora non ho avuto molto successo in questo torneo, ma spero di poter andare più avanti quest’anno.

    D: Come trovi che sia il trattamento della WTA nei confronti delle giocatrici? Pensi che si potrebbe migliorare qualche aspetto, a livello di prize money, pubblico, ecc?

    Elena Rybakina: “Già l’anno scorso dicevo che c’erano diversi problemi, ma mi sembra stiano provando a migliorare pian piano. Cè da lavorare sul calendario, è molto duro, però so che è necessario del tempo per vedere miglioramenti. Poi da un torneo all’altro possono cambiare molte cose, uno può essere fantastico e l’altro no. C’è tanto da migliorare nel tennis, non solo nella WTA ma anche in ATP.

    D: Ti piace giocare sulla terra?

    Elena Rybakina: “Già l’anno scorso giocavo bene su questa superficie, anche se adattarsi non è sempre facile. La parte di stagione sul rosso è abbastanza corta: su terra è necessario costruire di più il punto e lottare per ogni singolo quindici. Certo, preferisco le superfici più veloci dove puoi ottenere più punti gratis, ma devo imparare ad essere più paziente. Comunque fino a questo momento la stagione sta andando alla grande. C’è sempre molto da migliorare, da un punto di vista fisico e tecnico, però sono molto contenta della mia continuità. L’obiettivo principale è rimanere in salute.

    D: Rispetto all’anno scorso, pensi di arrivare al Roland Garros in condizioni migilori?

    Elena Rybakina: “Mancano ancora un paio di settimane, quindi non mi voglio sbilanciare. L’anno scorso sono stata costretta a ritirarmi, mi è dispiaciuto molto, però finora mi sento bene sulla terra, a posto fisicamente e più preparata mentalmente. Vedremo come andranno i prossimi tornei in preparazione a Parigi”.

    D: Ci sono molti rumors riguardo il futuro del tennis, come ad esempio la possibile nascita di un Premier Tour. Tu hai seguito qualcosa? Ti interessa?

    Elena Rybakina: “Ne ho sentito parlare, però per ora sono solo voci. Io sono contenta di giocare in tutti i tornei, poi se la programmazione dell’anno sarà un po’ più semplice per tutti, tanto meglio! Fino ad ora però credo ci siano ancora molte cose da sistemare. Non so che aspetto avrà un eventuale nuovo tour, spero solo possa essere il meglio per noi”.

  • ATP Madrid: Alcaraz supera il primo test. Shevchenko battuto agevolmente e braccio destro ok-

    [2] C. Alcaraz b. A. Schevchenko 6-2 6-1

    Non sarà ancora al 100%, ma Carlos Alcaraz sembra stia già piuttosto bene. È questo il responso del suo esordio al Mutua Madrid Open, dove è bi-campione in carica, in cui ha battuto agevolmente Alexander Shevchenko con il punteggio di 6-2 6-1. Probabilmente si è trattato di un test fin troppo comodo visto che il kazako veniva da tre sconfitte consecutive prima di superare Rinderknech al debutto nella capitale spagnola, ma quanto visto è comunque sufficiente per poter affermare che, dopo i forfait a Montecarlo e Barcellona, il braccio di Carlitos non è così malconcio. Indubbiamente si è notata grande cautela da parte sua, soprattutto nelle fasi iniziali dell’incontro. Ma con il passare dei minuti, con il muscolo più caldo, Alcaraz ha mostrato maggiore fluidità e sicurezza.

    A ciò bisogna aggiungere altri ottimi segnali che ha lanciato il numero 3 del mondo: il rovescio è stato straordinario e dal punto di vista fisico-atletico il murciano sembra tirato a lucido. Si spiega così la convinzione con cui Carlos ha salutato il pubblico amico dopo la chiusura del match e che lo ha portato a scrivere sulla telecamera “estamos de vuelta Madrid”. Un messaggio chiaro per tutti i suoi sfidanti: Alcaraz è tornato e, nella cornice della Caja Magica, tutti devono avere paura di lui.

    Primo set – Basta il rovescio ad Alcaraz per dominare il primo set

    Dopo i problemi al braccio destro – evidentemente non ancora completamente risolti visto lo “scaldamuscolo” indossato all’avambraccio – e 27 giorni senza partite ufficiali, Carlos Alcaraz torna in campo nel torneo in cui ha trionfato nelle ultime due edizioni. L’inizio, contro il numero 59 del mondo Shevchenko, è incoraggiante e scaccia subito un po’ di dubbi sulle sue condizioni fisiche. Con facilità disarmante e resa ancora più netta dall’avvio contratto del kazako, Carlos brekka immediatamente a 15. Il giocatore murciano spinge in maniera convinta con il rovescio con cui, sin dalla risposta, costringe sulla difensiva l’avversario. Con questo colpo arrivano tanti vincenti per il numero 3 del mondo che divora la palla troppo leggera di Shevchenko. Non passano allora troppi minuti per mettere a referto il secondo break che porta lo spagnolo sul 4-1.

    Se, però, con l’aiuto del braccio sinistro, Alcaraz tira con tranquillità il rovescio, qualche cautela in più si nota dalla parte del dritto. In alcuni casi Carlos sembra quasi trattenerlo per evitare forzature inutili. Del resto, Shevchenko va in difficoltà anche sulle palle più lente su cui avrebbe il tempo per mettere a posto i piedi e accelerare e allora rischiare non vale assolutamente la pena. Le indecisioni con il dritto (e con la smorzata, per cui Carlitos opta anche al fine di non spingere), però, permettono al kazako di recuperare uno dei due break ma da qui a riaprire il set ce ne passa. Dimostrando di non aver perso brillantezza atletica e continuando a fare i buchi con il rovescio, Alcaraz ristabilisce subito le distanze e, gradualmente, inizia prendere confidenza anche con il dritto. Dopo 37 minuti di gioco è 6-2 per il numero 2 del tabellone.

    Secondo set – Alcaraz mette alla prova anche il dritto e allora per Shevchenko non c’è nulla da fare

    Dopo il test del primo parziale, Carlos sembra aver acquisito la fiducia necessaria per colpire con maggiore sicurezza di dritto. Così nel primo game del secondo set, lo spagnolo si costruisce i punti per poter chiudere proprio da destra. I riscontri sono positivi e così il murciano brekka al primo tentativo anche in questo caso. Shevchenko mette tante prime in campo ma non fa mai male all’avversario. Oltretutto continua a soffrire le variazioni di velocità propostegli da Alcaraz e così non riesce mai a prendere il controllo dello scambio. Come nel primo set arriva allora il secondo break, ma anche un piccolo passaggio a vuoto dello spagnolo che permette ad Alexander di muovere il punteggio.

    Sul 3-1, però, Carlitos torna concentrato e mette in mostra tutto il suo repertorio alternando in maniera impeccabile palle più lavorate sul rovescio dell’avversario, back, palle corte, recuperi difensivi che si trasformano in vincenti e accelerazioni fulminanti (evitando comunque sbracciate quando non può posizionare perfettamente il corpo). Gli ultimi tre game diventano allora una formalità per il numero 3 del mondo che chiude sul 6-1 dopo un’ora e dieci minuti di gioco: primo test superato. Ora tocca a Seyboth Wild.

    Bene anche Hurkacz contro Draper. Affronterà Altmaier

    Tra le teste di serie più alte impegnate nella giornata odierna, oltre a Rublev e ad Alcaraz, ha superato indenne l’esordio anche Hubert Hurkacz. Il numero 8 del seeding non era stato particolarmente fortunato in sede di sorteggio visto che si è trovato ad affrontare Jack Draper, numero 43 del mondo che già lo aveva messo parecchio in difficoltà nel primo turno di Montecarlo poco più di due settimane fa. In quel caso il polacco l’aveva spuntata al tie-break del terzo set, mentre oggi il compito si è rivelato più agevole con uno score finale di 6-1 7-5. Delle cinque volte in cui i due si sono incrociati, questa è stata infatti la partita più semplice per Hubi che nei confronti vinti era sempre stato costretto al parziale decisivo e che allo US Open dello scorso anno aveva addirittura ceduto per tre set a zero.

    La prestazione del numero 9 del mondo in effetti è stata di grande rilievo. Sfruttando la terra più veloce di Madrid, Hurkacz ha quasi sempre assunto una posizione molto offensiva in campo con i piedi sempre vicini alla riga di fondocampo. In questo modo, il polacco ha impedito a Draper di avere in mano il pallino del gioco. Per prendere il comando, il britannico è stato costretto a forzare e così sono arrivati errori come quello di dritto che ha consegnato il doppio break a Hubert chiudendo virtualmente il primo set. Va poi sottolineata la prestazione al servizio di Hurkacz che ha chiuso con 9 ace (e svariati servizi vincenti) e l’84% di realizzazione con la prima. Decisamente insufficiente, invece, il 43% di prime in campo di Jack. Nonostante questo handicap, nel secondo set il numero 43 del mondo era riuscito a conservare i propri turni di battuta senza mai rischiare fino al 5-5 quando un doppio fallo causato da un nastro beffardo ha mandato il polacco a servire per il match.

    Così Hubi ha archiviato la pratica in un’ora e 17 minuti di gioco ottenendo l’ottava vittoria sui nove incontri disputati in questa prima parte di swing sulla terra europea. Al terzo turno il suo avversario sarà Altmaier. Sul campo 6 il tedesco ha infatti sovvertito l’ordine del ranking eliminando la 31esima testa di serie Arthur Fils e ribaltando così il risultato che era maturato tra i due a Barcellona appena dieci giorni fa. In quel caso il francese aveva vinto al terzo, mentre oggi ad Altmaier sono bastati due set (6-2 6-3). È insomma evidente come il numero 61 del mondo riesca ad alzare il livello del suo tennis sui campi della Caja Magica dove l’anno scorso, da lucky loser, raggiunse i quarti di finale.

  • ATP Madrid: Rublev non toppa l’esordio, Shapovalov elimina Etcheverry-

    Una giornata piuttosto interessante quella relativa al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. Andrej Rublëv, numero 8 del ranking ATP, ha battuto – non senza qualche fatica, in verità – l’argentino Facundo Bagnis con il punteggio finale di 6-1 6-4. Per l’atleta russo si trattava del suo esordio nel torneo iberico, dopo una parte dell’anno – soprattutto sulla terra battuta – che non è stata foriera di emozioni per il giocatore originario di Mosca.

    Francisco Cerundolo, invece, nonostante le abbia tentate tutte per complicarsi la vita (nel corso del secondo set), alla fine è riuscito ad avere la meglio su di un Fábián Marozsán che oggi è apparso piuttosto fuori focus. 6-2 7-6 (5) il punteggio finale dell’incontro.

    A. Rublev b. F. Bagnis 6-1 6-4

    Buona la prima, è il caso di dire. Già. Perché Andrej Rublëv, oggi al suo esordio nel prestigioso torneo iberico, è riuscito a sbarazzarsi dell’argentino Facundo Bagnis – n. 136 del rankingin appena due set, concedendo davvero poco al giocatore argentino. O, meglio, concedendo davvero poco nel primo parziale, quando l’attuale numero 8 del mondo ha impattato in maniera decisamente ottimale sul match. Non solo. Rublev ha dovuto pure salvare tre break point. Va da sè, naturalmente, che con il punteggio a suo favore, Andrej ha iniziato ad entrare in sintonia con il proprio tennis ed a mostrare un gioco un tantino più offensivo.

    Bagnis, d’altro canto, ha continuato a lottare ed a cercare di mettere in difficoltà il suo rivale, impresa ardua, poiché Rublev non aveva alcuna intenzione di rallentare. Alla fine, in 40 minuti, l’allievo di Fernando Vicente ha vinto il primo set 6-1.

    Nel secondo set, invece, Bagnis ha giocato con maggiore scioltezza, esibendo un tennis un pò più incisivo rispetto al primo parziale. Ad ogni modo, a spuntarla è stato il vincitore del Masters 1000 di Montecarlo edizione 2023, che adesso attende l’esito dell’incontro fra la wildcard cinese Juncheng Shang e lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, testa di serie n. 27, per chi capire chi sarà il suo prossimo avversario nel terzo turno del Masters 1000 madrileno.

    F. Cerundolo b. F. Marozsán 6-2 7-6(5)

    Primo parziale nettamente ad appannaggio del tennista argentino che riesce a regolare il malcapitato Fábián Marozsán attraverso una serie di colpi eseguiti sia dal fondo che sottorete ed una buona percentuale relativa alla prima di servizio (81%). Troppo grigio il primo set del buon Marozsán, per essere vero. Il tennista classe ’99 ed originario di Budapest, infatti, appare decisamente fuori focus e ben poco reattivo rispetto all’inerzia di un parziale che gli sfugge di mano sin dalle primissime schermaglie.

    Tutt’altra storia per ciò che concerne il secondo set. Cerundolo, in pratica, riesce a sbagliare tutto ciò che potrebbe e si fa rimontare ben quattro game da un più coriaceo (e determinato) Marozsán. A quel punto, bisogna affidarsi al tie-break per decidere le sorti di un parziale oltremodo combattuto ed improntato più sugli errori dell’avversario che sulle proprie giocate. A spuntarla, alla fine, è l’atleta nativo di Buenos Aires con il punteggio finale di 6-2 7-6 (5).

    [15] T. Paul b. [Q] L. Klein 6-7 6-1 6-4

    Dopo 33 giorni senza match ufficiali, Tommy Paul è tornato in campo e lo ha fatto con una vittoria piuttosto sofferta. L’americano, al rientro dall’infortunio alla caviglia patito a Miami, ha superato in rimonta il qualificato Klein che lo ha messo in difficoltà per oltre due ore e venti di gioco. Il numero 16 del mondo ha rischiato in particolare quando ha dovuto fronteggiare ben cinque palle break nel terzo game del secondo set dopo aver perso il primo al tie-break ed essere apparso abbastanza spento. Paul si è salvato ritrovando buone percentuali di prime in campo e subito dopo ha brekkato un Klein evidentemente scosso dall’occasione sprecata. Da lì l’americano ha preso il largo nel secondo parziale, tornando però in una situazione complicata in avvio di terzo quando lo slovacco ha avuto due palle break consecutive sull’1-0. Il numero 120 del mondo, però, nemmeno questa volta è stato sufficientemente cinico (e fortunato, visto che sulla prima chance un suo passante di rovescio è uscito per pochi centimetri) e si è così ripetuto lo schema del secondo set.

    Paul, che a Madrid aveva vinto solamente una partita nel 2021, se la vedrà con Cerundolo al terzo turno. I quattro precedenti si sono conclusi tutti al terzo set con due vittorie per parte. In nessun caso, però, i due si sono sfidati sulla terra.

    [27] A. Davidovich Fokina b. J. Shang 7-5 6-3

    Si sblocca la stagione sulla terra europea di Davidovich Fokina che tra Montecarlo e Barcellona non aveva raccolto nessuna vittoria sul campo (ma solo quella per forfait di Machac in Catalogna). Lo spagnolo ha infatti replicato con punteggio speculare il successo ottenuto su Junchen Shang a Miami. Il cinese, pur condizionato da alcuni problemi fisici (fasciatura alla coscia destra e poi intervento del fisioterapista per un dolore all’anca sinistra), è stato autore di una prova coraggiosa che gli sarebbe anche valsa il tie-break nel primo set se non fosse stato per un errore abbastanza macroscopico del giudice di sedia. Sul 6-5 in favore di Davidovich, in un game in cui il numero 28 del mondo si era preso un bello spavento inciampando e mettendo a terra il ginocchio, Shang aveva di fatto tenuto il servizio per portarsi sul 6-6; su una palla corta del cinese l’arbitro Arnaud Gabas non ha però rilevato il secondo rimbalzo della pallina, reso particolarmente evidente dall’effetto che ha poi preso la pallina stessa consegnando così il punto allo spagnolo.

    Il giocatore andaluso ha poi brekkato (e quindi vinto il set) approfittando di un errore di dritto dell’avversario, innervosito dall’errore arbitrale. Su questa scia Davidovich ha immediatamente allungato anche in avvio di secondo parziale, salvo poi incappare in un game di soli errori con il dritto e, poco dopo, farsi sorprendere dai servizi da sotto di Shang. In questo modo il cinese è riuscito a rimanere in partita ma ha comunque dovuto arrendersi alla maggiore qualità del padrone di casa che si è aiutato con la prima di servizio per chiudere sul 7-5 6-3 dopo un’ora e tre quarti. Al terzo turno sarà quindi Rublev-Davidovich: il russo ha vinto tutti i tre confronti diretti ma sempre a fatica.

    [PR] D. Shapovalov b. [26] T.M. Etcheverry 7-6(3) 6-3

    Un nuovo protagonista per lo swing sulla terra e per i prossimi mesi? I segnali provenienti dal campo 4 del Mutua Madrid Open farebbero pensare che, sì, Shapovalov può essere un fattore da qui in avanti. D’altra parte, però, non sarebbe la prima volta se rimanesse una semplice illusione: Denis ci ha abituato così in questi anni. In ogni caso, però, oggi abbiamo potuto apprezzare il miglior Shapovalov del 2024, superiore anche a quello che a Miami aveva battuto Tsitsipas, ma soprattutto per demeriti di quest’ultimo. A farne le spese è stato Etcheverry, uno specialista della terra e reduce dalla semifinale di Barcellona. Se non fosse stato per i 12 doppi falli, si potrebbe parlare di una prova impeccabile (e di una vittoria anche più comoda) da parte dell’attuale numero 132 del mondo. Denis è stato però bravo a gestire i momenti delicati, come quando, dopo aver sprecato un set point sul 6-5 proprio per colpa di un doppio fallo, ha disputato un tie-break eccezionale con un paio di magie delle sue con il rovescio e a rete.

    Nel secondo parziale l’andamento è stato più lineare e ancora più regolare è stato Shapovalov che, caricando con il dritto in top, ha più volte provocato gli errori di rovescio di Etcheverry. Così l’ex numero 10 del mondo si è preso il break che ha conservato fino in fondo combinando bene servizio e dritto. Al terzo turno potrebbe esserci una bella prova del nove per lui. La sfida con Zverev (che prima dovrà superare Coric) è prenotata: sarebbe la nona tra i due (il bilancio è al momento sul 5-3 per il tedesco).

  • Madrid, il programma di sabato 27: Sinner-Sonego alle 12.30, ma Jannik si impegnerà? [VIDEO]. Alle 16 Nadal, in campo anche Arnaldi e Cobolli-

    Sabato 27 aprile sarà una grande giornata di tennis a Madrid. Oltre al quinto derby tra Jannik Sinner e Lorenzo Sonego, in programma non prima delle 12:30 sul Manolo Santana, è tempo per il tanto atteso ritorno in campo di Rafael Nadal, che sfiderà ancora Alex de Minaur (non prima delle 16). A chiudere il programma sul Centrale saranno Coco Gauff e Casper Ruud, dalle 20 in poi, opposti a Dayana Yastremska e Miomir Kecmanovic.

    Sull’Arantxa Sanchez si parla greco con gli esordi uno dopo l’altro di Stefanos Tsitsipas e Maria Sakkari, mentre sullo Stadium 3, dopo Azarenka-Sorribes Tormo e Ostapenko-Lourdes Carle, toccherà a Daniil Medvedev e Matteo Arnaldi. Più tardi attesa anche per il secondo turno tra Nicolas Jarry e Flavio Cobolli, con l’azzurro che ha vinto l’unico precedente disputatosi a livello ATP, quest’anno in Australia, seppur in condizioni ben diverse. Alle 11 esordio anche per la coppia Errani/Paolini.

    Il programma completo di sabato 27 aprile:

  • WTA Madrid: Sabalenka vince in tre set, avanti anche Kasatkina-

    [2] A. Sabalenka b. M. Linette 6-4 3-6 6-3

    Con qualche difficoltà di troppo, Aryna Sabalenka riesce a superare l’ostacolo Magda Linette. La bielorussa difatti è campionessa in carica del Mutua Madrid Open, ma nell’ultimo periodo i suoi risultati sono molto altalenanti. La sconfitta a Stoccarda contro Vondrousova brucia ancora, pertanto c’è la voglia di arrivare in fondo al torneo di Madrid e di far bene.

    Primo Set: Sabalenka si aggiudica la prima frazione nonostante difficoltà al servizio

    Sabalenka inizia bene la sfida e riesce a trovare il break nel corso del terzo game. Nonostante il vantaggio, la bielorussa fa fatica a trovare continuità nel servizio, tanto che commette 3 doppi falli nella prima frazione e conclude con il 59& di prime. La numero 2 al mondo in qualche modo riesce comunque a tenere il vantaggio nel corso del set.

    Secondo Set: Linette sfrutta il malcontento di Aryna e pareggia il match

    Continuano i problemi con il servizio per Aryna. Nella prima frazione, la bielorussa veniva da 3 doppi falli e una percentuale che lascia molto a desiderare. Nel secondo set, si abbassano ancora di più le percentuali (44%) e la numero 2 al mondo inizia a spazientirsi. Il quarto game descrive esattamente il momento difficile: servizio a zero per Aryna e break da parte di Linette. Scivola pian piano il controllo della partita e l’inerzia si sposta dalla parte di Magda che – salva una palla break nell’ultimo game – e chiude la pratica nel primo set point a disposizione.

    Terzo Set: Linette si arrende ai colpi della campionessa

    Nell’ultimo atto di gioco, migliorano le percentuali di prime per Sabalenka che riesce a tenere sempre il servizio. Ciononostante, il malcontento continua ad esserci anche nel corso della partita. Linette è in stato di grazia e – soprattutto durante gli scambi – difficilmente concede qualcosa alla bielorussa.  La parità regna sovrana fino all’ottavo game dove Aryna, prima con un vincente lungo linea e poi con l’aiuto del nastro, riesce a strappare il break alla sua avversaria. Poco dopo, tiene il turno in battuta e chiude il match.

    [10] D. Kasatkina b. C. Bucsa 5-7 7-6(5) 6-3

    Per Daria Kasatkina si tratta della prima partita sulla terra rossa della stagione. La tennista russa difatti affronta Bucsa dopo il suo percorso quasi perfetto in USA. Nel torneo di Charleston, la numero 10 del ranking è stata fermata nettamente da Collins 2-0, perdendo l’occasione di vincere il torneo. La spagnola invece ha vinto nello scorso turno contro Dart.

    La partita è un saliscendi incredibile. Nei primi due set regna l’equilibrio totale. Bucsa fa prevalere la sua miglior tenuta nel giocare sulla terra rossa e strappa la prima frazione a Kasatkina. Anche nel corso del secondo set, la spagnola parte nel migliore dei modi e si porta in vantaggio 5-2. La partita è vicina alla chiusura, Bucsa ha in mano il match point, ma è qui che cambiano le sorti dell’incontro. La numero 10 al mondo risale colpo su colpo e vince i quattro game successivi, chiudendo il set con il 77% di prime. Nell’ultimo set, la tennista spagnola è pressocché perfetta in battuta, ma questo non basta per vincere la partita. L’occasione mancata nella frazione precedente brucia ancora e Kasatkina durante gli scambi non sbaglia più e chiude il match al servizio lasciando la sua avversaria a zero.

    A. Krueger b. E. Alexandrova 6-3 6-3

    Continua il periodo negativo per Alexandrova. La russa non sa più come si vince: l’ultima vittoria risale ai quarti di finale di Miami contro la numero 5 del ranking Jessica Pegula. Da lì in poi, sono arrivate solo sconfitte, come quella di oggi.

    Nonostante tutto, oggi Ekaterina iniziava la partita come favorita per andare avanti nel torneo, ma la 29 enne ha dovuto fare i conti con dei grandi problemi al servizio, specialmente nel primo set, chiuso con 4 doppi falli. Kruger – che veniva da un altro 2-0 contro Hibino – sfrutta al meglio i problemi della russa. Oltre al servizio “fuori uso”, Alexandrova ha dovuto fare i conti con il 38% di punti al secondo servizio. Pertanto, va avanti nel torneo Kruger.

    C. Dolehide b. A. Kalanina 6-7(6) 6-2 6-3

    Per la prima volta in assoluto le due tenniste si trovano una di fronte all’altra. Nessun incontro tra di loro prima di oggi. Kalinina ha giocato un ottimo torneo nel 250 Rouen di Francia, arrivando in semifinale senza concedere nemmeno un set, ma si è dovuta arrendere contro Magda Linette. Per Dolehide invece in questo 2024 sta faticando a trovare risultati positivi. Le vittorie arrivano, ma specialmente in doppio, dove a Dubai, è riuscita a disputare la finale con Luisa Stefani.

    La partita di oggi inizia in salita per la statunitense che si trova a dover rincorrere sotto 3-0. Nel corso del primo set, le due tenniste hanno delle percentuali altissime con la prima: 89% per Dolehide e 90% per Kalinina. La numero 32 al mondo, tuttavia, si fa agguantare e dal 3-0 si passa a 3-3. Da quel momento in poi, il turno in battuta fa la differenza, pertanto ci vuole il tie-break per aggiudicare il set, che viene firmato da Anhelina 8-6.

    La statunitense resetta e riparte con un’altra testa: break in apertura e successivamente si porta avanti nella seconda frazione 4-0. Salva 3 palle break su 3 e procede spedita fino all’ultimo turno di battuta e pareggia la sfida. Nell’ultimo atto di gioco, rimangono solide le percentuali di prime da parte di Dolehide che riesce a trovare il break nel corso del settimo game. Dopo ben 3 ore di partita, la 25 enne vince la partita e passa il turno.

    M. Sherif b. [21] M. Kostyuk 6-2 7-5
    Tra le due tenniste c’è equilibrio totale negli scontri diretti. Quattro sono le volte che si sono affrontate e il punteggio dice 2-2. Kostuyk arriva a Madrid dopo un bellissimo torneo disputato a Stoccarda, terminato all’ultimo atto con la sconfitta con la strepitosa Rybakina. Nel corso del tabellone però, la tennista ucraina ha eliminato Zheng e Gauff. Dall’altra parte, Sherif ha vinto il primo turno a Madrid, eliminando Lauren Davis alla sua seconda partita stagionale.
    Contro ogni pronostico, l’egiziana parte con un break in apertura nei confronti di Kostyuk e nel game successivo annulla due potenziali palle break e mantiene il servizio. Gli scambi si fanno duri e intensi, il terzo game rischia di essere subito decisivo per le sorti del set e infatti Sherif ottiene il secondo break consecutivo e si porta in vantaggio 4-0. Le chance per rientrare nel match sono poche e pertanto la prima frazione termina con il punteggio di 6-2. Nel secondo set, la partenza è identica: la numero 72 al mondo sfrutta il crollo al servizio (58% di prime e 3 doppi falli) di Kostyuk per portarsi nuovamente sul 3-0. La vicecampionessa di Stoccarda prova a rientrare in partita, vincendo tre game consecutivi, ma il break nell’undicesimo game è fatale e pertanto Sherif passa il turno e affronterà Rybakina nella giornata di domani.

    Y. Putintseva b. Q. Zheng 7-5 2-0 rit.

    Nel giro di due giorni, Putintseva elimina consecutivamente due cinesi dal Mutua Madrid Open. La kazaka ha vinto nettamente 2-0 contro Yuan, mentre oggi è arrivato il turno della numero 8 al mondo Zheng, ritiratasi all’inizio del secondo set.
    La cinese – nonostante due ace nella prima frazione – mantiene una percentuale bassa di prime che si aggira intorno al 49%. Yulia, approfitta degli errori di Zheng per strapparle il break nel quinto e nell’ottavo game. Zheng ha l’opportunità di portare la partita al tie-break: in vantaggio 40-0, si fa rimontare e breakkare nell’ultimo game del set. Con la fine della prima frazione, la cinese rientra negli spogliatoi a causa di un risentimento muscolare. Nonostante il dolore, Zheng prova lo stesso a continuare a giocare, ma dopo due game decide di alzare bandiera bianca e di ritirarsi. Passa pertanto Putintseva al prossimo turno e domani giocherà con Dolehide.

    S. Bejlek b. [24] A. Kalinskaya 6-1 6-4

    Pomeriggio complicato per Anna Kalinskaya che è costretta a cedere a un’ottima Bejlek. Si tratta del primo incontro tra le due tenniste. La russa a Stoccarda ha ricevuto una sconfitta da parte di Sara Errani e adesso – da 24ª al mondo – si trova ad affrontare un osso duro come Bejlek.
    Il match si apre con un game infinito: la ceca inizia in battuta e riesce ad annullare due palle break alla sua avversaria e a tenere la battuta. Iniziano dunque gli errori al servizio da parte della numero 24 al mondo che compie 3 doppi falli nel corso del primo set e si fa breakkare nel quarto game. Da quel momento in poi, la strada si fa in discesa per Bejlek che chiude la prima frazione 6-1. La russa sembra aver accusato il colpo, tanto che nel secondo set finisce subito sotto 2-0. Reagire sembra impossibile, ma Kalinskaya prova a rimettersi in partita vincendo i quattro game consecutivi e portandosi sul vantaggio di 4-2. Nel momento migliore della sua partita, arriva il break da parte della ceca che – con una percentuale spaventosa di prime (97%), chiude la partita nella seconda frazione.

    J. Cristian b. [22] B. Krejcikova 2-6 6-0 6-2

    Dopo due ore di partita, Cristian si aggiudica il match ed elimina la favorita (sulla carta) Krejcikova. Due anni fa, nell’ottavo di finale di Sydney, la tennista ceca vinceva il loro primo incontro per 2-0. A distanza di due anni, la rumena si prende la rivincita e passa il turno. La partita è una vera e propria montagna russa di emozioni: nel primo set, la numero 22 al mondo – nonostante una percentuale mediocre di prime (48%), si aggiudicala prima frazione di gioco 6-2. Dopo un set del genere, il risultato finale sembrava già scritto, ma Cristian gioca un set perfetto, lasciando la ceca a 0 game. Nell’ultimo atto della sfida, la rumena trova il break decisivo nel sesto game e chiude il match.

    Lorenzo Celenza

  • Scanagatta: “Il dubbio amletico di Jannik Sinner (e mio) a Madrid: gioca per vincere o per prepararsi?” [VIDEO]-

    0:14 – Sinner giocherà Madrid come torneo di preparazione a Roma e Roland Garros?
    0:54 – Il tabellone di Sinner
    1:50 – L’altra parte di tabellone con un Alcaraz incerto
    2:03 – Le condizioni di gioco a Madrid potrebbero favorire Sinner
    2:58 – Dubbi di Scanagatta sulle intenzioni di Sinner a Madrid

  • WTA Madrid: Andreeva vince lo scontro tra teenager con Noskova. Avanti anche Garcia e Pavlyuchenkova-

    [21] C. Garcia b. Xin. Wang 6-1 6-4

    Tutto facile per la francese Caroline Garcia che si impone 6-1 6-4 sulla cinese Xinyu Wang in 1 ora e 17′. Solida al servizio e reattiva in risposta la testa di serie numero 21 non ha lasciato scampo alla cinese che ha raccolto troppo poco dal suo servizio, scoprendo il fianco a Garcia. Il primo set è piuttosto rapido: la tennista francese lo chiude in meno di mezz’ora strappando il servizio alla sua rivale nel secondo e nel quarto gioco senza dover mai affrontare palle del contro break.

    La ripresa è certamente più movimentata ma Wang ha troppe poche armi a disposizione per impensierire Garcia. Dopo i primi game vivaci, dove le due avversarie si scambiano dei break, la testa di serie numero 21 piazza il colpo del ko nel nono gioco che le permette di andare a servire per il match e chiudere 6-4. Al prossimo turno per lei la vincente tra Paolini e Jimenez Kasintseva.

    [20] A. Pavlyuchenkova b. D. Saville 6-1 6-4

    Successo per Anastasia Pavlyuchenkova su Daria Saville sconfitta 6-1 6-4 in 1 ora e 27′ di gioco. Una partita solida al servizio per la testa di serie numero 20, unita all’efficacia nell’annullare le palle break (6/7), ha permesso alla russa di superare l’ostacolo australiano senza intoppi. Per Seville pochi punti ottenuti con la prima palla nonostante una discreta percentuale al servizio. Il primo set è deciso da due break nel secondo e nel sesto gioco che permettono a Pavlyuchenkova di chiudere 6-1. Nella ripresa la russa fa quello che vuole in risposta e con il break sul 4-4 ottiene l’accesso al prossimo turno dove sfiderà la vincente tra Bucsa e Kasatkina.

    M. Andreeva b. [29] L. Noskova 4-6 6-3 6-3

    Mirra Andreeva raggiunge il terzo turno del Mutua Madrid Open per il secondo anno consecutivo, sconfiggendo Linda Noskova 4-6 6-3 6-3 in 1 ora e 52 minuti. Lo scontro tra teenager è stato il secondo incontro consecutivo che Andreeva ha vinto, recuperando da un set sotto, dopo il primo turno contro Taylor Townsend. Noskova, 19 anni, aveva sconfitto Andreeva, 16 anni, nel loro primo incontro professionistico nei quarti di finale di Adelaide questo gennaio 7-5, 6-3.

    Nel primo set la maggior brillantezza di Noskova le ha permesso di spuntarla grazie al break nel settimo gioco. Nella ripresa la tennista russa approfitta di un crollo al servizio della tennista ceca (che ha ottenuto lo 0% dei punti con la seconda palla) per chiudere 6-3. L’ultimo set è il più vivace ma verso il finale la testa di serie numero 29 perde lucidità; Andreeva ne approfitta e piazza i due break decisivi nel settimo e nel conclusivo nono gioco. Reduce dagli ottavi qui a Madrid lo scorso anno Andreeva affronterà al prossimo turno la vincente tra Marketa Vondrousova e Shelby Rogers.

  • WTA Madrid: monologo di Paolini. Surclassata Jimenez Kasintseva che raccoglie solo un solo game-

    [12] J. Paolini b. [WC] V. Jimenez Kasintseva 6-0 6-1

    Senza scrupoli. Allo scoccare dell’ora di gioco Jasmine Paolini ha vinto il suo primo match in questo Mutua Madrid Masters 2024. La sfidante, Victoria Jimenez Kasintseva, non ha potuto niente. O quasi niente. Il game della bandiera è riuscito a metterselo in tasca la 18enne proveniente dall’Andorra, ma con l’85% di prime l’azzurra ha chiuso la contesa con un severissimo 6-0 6-1. Troppo più pesanti e pensati i suoi colpi a differenza di quelli poco efficaci – il mancino di Kasintseva non ha dato i frutti sperati – della numero 335 WTA.

    Può almeno ritenersi soddisfatta dell’ottima prova al primo turno contro Lin Zhu. Ma a passare avanti è Jasmine, sempre propositiva sia nei game in battuta che in quelli in risposta. Al terzo turno sarà big match contro Caroline Garcia, avanti 5-2 nei precedenti. Ma la francese questa versione di Jasmine non l’ha ancora mai potuta sentire nelle corde in prima persona.

    Primo set: Paolini senza pietà, Kasintseva non sa che pesci prendere

    È un totale dominio quello che si può osservare nel campo 5 a ora di pranzo. La protagonista è Jasmine Paolini, dodicesima testa di serie di questo torneo, che dal primo punto non lascia alcuno spiraglio di iniziativa alla giovanissima sfidante Jimenez Kasintseva. Dritti e rovesci vincenti da tutti gli angoli del campo. Pochi, pochissimi punti per la 18enne proveniente dall’Andorra, incapace di trovare soluzioni contro una Paolini così propositiva e in palla. Riesce a portarsi a casa solamente sei punti nei primi cinque giochi la classe 2005, che non arriva mai a un 15 dal conquistarsi un game.

    Al momento di chiudere il parziale però, Paolini commette qualche errore di troppo e regala un paio di palle break all’avversaria. Niente da fare. Cancellate entrambe le occasioni la tennista toscana sforna un bagele dopo ventitré rapidissimi minuti di gioco chiude la prima frazione.

    Secondo set: La musica non cambia. Kasintseva conquista il game della bandiera ma niente di più. Vittoria schiacciante di Paolini

    È ancora break in avvio, il quarto consecutivo per Paolini. Kasintseva affossa in rete palle semplici dal centro del campo nel secondo gioco e, pur arrivando ancora a palla break, non riesce ancora a mettersi in tasca un game. Il suo tennis mancino non mette neanche lontanamente in difficoltà l’azzurra, sempre in controllo degli scambi tanto da provare colpi improbabili visto l’andamento del punteggio. A volte piazza vincenti, altre volte incappa in errori. Ma il risultato non cambia, è sempre lei a tenere in mano il pallino dell’incontro. Arriva di nuovo a palla game la n.335 WTA ma, ancora, non s’ha da fare. Con il grunt di Rafa Nadal, che si sta allenando in un campo lì vicino, in sottofondo è ancora break per Paolini, che sale quindi sul 3-0 pesante.

    Non si dà per vinta Kasintseva: tenta il tutto per tutto con i suoi colpi e, finalmente, vince un gioco al decimo tentativo. Ma questo non cambia di certo l’esito del match poiché, dopo aver perso nuovamente il servizio ed essere andata sotto 1-5, si ritrova a dover servire per allungare l’incontro almeno di qualche minuto. Arriva tre volte a un 15 dal mettersi in tasca il secondo gioco del match, ma Paolini ha fretta. Allo scoccare dell’ora di gioco la toscana chiude la pratica 6-0 6-1 staccando agevolmente il pass per il terzo turno. Qui, ad attenderla, c’è Caroline Garcia.

  • ATP Madrid: Musetti meno concreto di Seyboth Wild. Il brasiliano avanza e aspetta Alcaraz-

    Da Madrid, il nostro inviato

    T. Seyboth Wild b. [28] L. Musetti 6-4 6-4

    A differenza di giovedì, con un tre su tre perfetto per il tennis italiano maschile, la giornata di venerdì si apre con la sconfitta di Lorenzo Musetti, la terza consecutiva tanto nel circuito quanto al Mutua Madrid Open. In una cornice di pubblico elettrizzante, con tribune strapiene e tifosi in piedi che cercano spazi per dare un’occhiata, il carrarino si arrende 6-4 6-4 al brasiliano Thiago Seyboth Wild, che ha annullato tutte e quattro le palle break offerte e ha vinto i punti più importanti. Testa agli Internazionali d’Italia per Lorenzo, uscito comunque tra gli applausi del pubblico italiano, con la speranza che si possa interrompere la striscia negativa.

    Primo set: Seyboth Wild sfrutta le sue chance, il brasiliano parte avanti

    Parte come meglio non potrebbe il primo match a Madrid di Lorenzo Musetti. Tante prime in campo, un paio di magie per incantare subito il folto pubblico del Campo 7 e un solo punto perso in due turni di battuta. Il carrarino è molto propositivo e presto si procura la prime chance in risposta, pur non riuscendo a sfruttarle. Seyboth Wild si salva e tiene prima a trenta e poi ai vantaggi: 2-2. Nel quinto game il brasiliano è bravissimo ad approfittare di un leggero calo dell’azzurro al servizio, trovando grande profondità e portandosi sullo 0-40.

    Musetti salva le prime due con altrettante prime vincenti, poi però sulla terza il n°63 del mondo trova un’altra ottima risposta e con lei il primo break della partita, confermato sul 4-2 senza problemi. Lorenzo non gioca certo male, però paga a caro prezzo il break subito nel quinto gioco: Seyboth Wild serve come un treno, perde solo un punto nei suoi ultimi tre turni di battuta e incamera 6-4 la prima frazione.

    Secondo set: Seyboth Wild trova il break decisivo e aspetta Alcaraz

    Musetti deve provare a dare una svolta e deve farlo subito, perché già nel primo game del secondo parziale è costretto a salvare una palla break. Lorenzo ci riesce, prova a scuotersi e parte avanti, ma il sudamericano continua a non concedere nulla in battuta. Al cambio campo del 2-1 in favore dell’azzurro partono cori e applausi dai campi vicini per Jannik Sinner, che insieme a Casper Ruud fa il suo ingresso sul Campo 13 (appena dietro a quello dove si gioca la partita) per un’ora e mezza di allenamento. Nel quinto gioco il n°2 d’Italia rischia di rivedere i fantasmi del primo set, facendosi trascinare ai vantaggi da 40-15, ma è bravo a limitare i rischi tenere la testa del set senza offrire palle break.

    Il 24enne paranaense inizia ad innervosirsi, sbagliando diverse smorzate – che nel primo set erano state perfette – e iniziando (pacatamente) a protestare con l’arbitro per alcune non-chiamate. Musetti intelligentemente abbassa il ritmo della partita, sfruttando maggiormente il suo back di rovescio e costringendo il brasiliano a giocare palle più basse (“es un artista!”, esclama entusiasta un tifoso sotto di noi). Nell’ottavo gioco l’azzurro torna ad avere palla break, ma Seyboth Wild la cancella ancora con autorità e, nel game successivo, è lui ad allungare alla prima occasione, andando a servire per il match sul 5-4. La partita si decide su pochi punti chiave, vinti purtroppo tutti dal brasiliano, che in poco meno di un’ora e mezza si impone con un doppio 6-4. Al terzo turno per lui ci sarà il vincente della sfida tra Shevchenko e Alcaraz.

  • WTA Madrid: Bronzetti lotta ma non basta contro una Rybakina tutt’altro che perfetta-

    [4] E. Rybakina b. L. Bronzetti 6-4 6-3

    Ci ha messo cuore Lucia Bronzetti. Ma non è comunque bastato. È Elena Rybakina a portarsi a casa questo match di secondo turno del Mutua Madrid Open. La freschissima campionessa a Stoccarda ha rifilato un 6-4 6-3 alla riminese in un’ora e sedici minuti di gioco pur non trovando la stessa confidenza con cui era arrivata al titolo in Germania pochi giorni fa. L’azzurra, vittoriosa su Gracheva al primo turno, si è fatta comunque valere in questo incontro, regalando in qualche occasione ottimi vincenti e spesso riuscendo a stare dietro al ritmo della sua più quotata avversaria.

    Nei momenti importanti, però, la kazaka è uscita con le sue armi migliori – servizio e dritto – e lì per Lucia c’è stato poco da fare. Troppo pochi 7 punti vinti su 24 con la seconda per l’italiana, capace poi di annullare solamente una palla break su 5 concesse. Va da sé che il primo testa a testa se lo aggiudica Rybakina, che avanza così al terzo turno e rischia di incrociare nuovamente la strada di Marta Kostyuk (sconfitta in finale a Stoccarda). Prima però l’ucraina dovrà superare Mayar Sherif.

    Primo set: Bronzetti tiene testa a una Rybakina non precisissima ma cinica nel finale

    Il match inizia e il nome di Rybakina comincia già da subito a pesare sulle spalle di Bronzetti. Il primo turno di battuta la kazaka lo tiene confezionando buoni servizi e altrettanto solidi vincenti. Il gioco successivo, in risposta, il ritmo che imprime è veramente troppo alto per l’azzurra. Ci prova quest’ultima a tenerle testa, ma a 0 è costretta a cedere la battuta. La quarta tennista al mondo, però, si distrae subito dopo e le restituisce il servizio appena strappato. Arriva anche l’aggancio di Lucia, che però non riesce nel sorpasso e lascia condurre a Rybakina il parziale. Siamo 3-2 senza break per la kazaka.

    La vincitrice di Stoccarda è fino ad ora più abile nel manovrare gli scambi, soprattutto dal lato del dritto con cui disegna il campo decisamente meglio della sua avversaria, che però con pazienza allunga gli scambi talvolta alzando le traiettorie efficacemente. Trema la numero 4 WTA nel nono gioco in cui si trova sotto 15-30 per colpa di due brutti errori di misura. Con freddezza però, come suo classico, reagisce piazzando un vincente dietro l’altro e costringe quindi Bronzetti a dover servire per rimanere nel set.  La pressione si fa sentire. E infatti l’azzurra non riesce a prendere in mano gli scambi come fa la sua sfidante, che risponde aggressiva e, grazie a un doppio fallo finale, archivia il primo parziale con il punteggio di 6-4 dopo trentanove minuti di gioco.

    Secondo set: Rybakina si distrae in avvio ma poi mette le cose in chiaro. Il match è suo

    La reazione della romagnola è immediata. Rybakina perde lucidità in avvio di frazione e, sbagliando parecchio, lascia andare subito il servizio a 0. Anche lei, con un doppio errore conclusivo. Dura poco però il vantaggio, poiché la kazaka torna a fare bene quello che sa fare e pareggia i conti all’istante riprendendosi la battuta con aggressività. Il tennis di Rybakina è sempre più pesante ogni minuto che passa e Lucia fatica a starle dietro. Il quarto gioco è ancora appannaggio dell’incisiva kazaka che, ancora una volta per merito di un doppio fallo finale avversario, conquista il break a suon di accelerazioni. Sale così prima 3-1, poi 4-1 dopo aver cancellato due palle break per Bronzetti.

    Il match prosegue seguendo la regola dei servizi e nel nono gioco Rybakina si trova alla battuta pronta a chiudere l’incontro. Bronzetti non ci sta, conquista i primi due punti del gioco. Ma la campionessa dall’altro lato della rete torna a far sentire il suo nome e con tre ace consecutivi arriva al successo. Dopo un’ora e sedici minuti di tennis buono quanto basta è 6-4 6-3 per lei. Lucia può comunque ritenersi soddisfatta della sua prestazione.

  • Machac pronto al grande salto: “Giocare con Sinner mi ha fatto capire il livello dei migliori”-

    Tomas Machac si è presentato al Mutua Madrid Open 2024 in un ottimo stato di forma, conscio di poter fare molto bene sulla terra battuta, superficie a lui familiare durante il corso della sua giovane carriera. Reduce dalla vittoria sul finlandese Ruusuvuori il tennista ceco è in attesa di affrontare Ben Shelton, con cui non ci sono precedenti.

    Il classe 2000 è una stella nascente del firmamento tennistico; il suo potenziale in questa stagione si è visto a Miami, dove ha raggiunto i quarti di finale perdendo contro Sinner. Arrivato a Madrid dopo aver superato qualche disagio fisico patito a Barcellona, Machahc vuole dimostrare di essere un giocatore totale, capace di imporsi nella top-50, in attesa di obbiettivi più grandi. Nel frattempo il ceco ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito di tennis spagnolo Puntodebreak, circa il suo stato di forma e gli obiettivi di questa stagione

    Congratulazioni per la vittoria, Tomas. Come ti trovi qui a Madrid, con quel fattore speciale di altitudine sul livello del mare e che differenza senti rispetto a Barcellona, ​​da dove vieni? Pensi che il tuo gioco possa adattarsi bene alla terra battuta?

    Le condizioni sono piuttosto veloci qui. Fin dall’inizio della partita mi sono sentito molto bene, ho giocato con fiducia. Mi sono adattato bene e penso di aver giocato una grande partita. 

    Il tuo livello di gioco in questa stagione è molto alto e tu sei una delle stelle dell’anno. Quali obiettivi principali ti sei prefissato per il 2024?

    Non voglio esercitare pressioni su me stesso per creare aspettative specifiche. Cerco semplicemente di essere un tennista migliore ogni giorno, di trovare un modo per progredire continuamente e acquisire quel ritmo che mi permette di dominare le partite ed essere quello che detta il gioco.

    Uno dei momenti salienti della tua carriera, finora, è stato il duello con Jannik Sinner a Miami. Come lo ricordi e che sensazioni hai provato giocando con uno dei migliori al mondo? 

    Era qualcosa di speciale, questo è certo. È stata una partita importante per me perché mi ha permesso di rendermi conto della velocità con cui giocano i migliori al mondo e quale livello di precisione devi raggiungere per poter competere con loro. È il miglior tennista che abbia mai affrontato. Sono riuscito a lottare bene nel primo set, ma poi mi ha superato. Traggo cose molto positive da quella partita, mi ha fatto imparare molto e lavorare di più per accorciare quella distanza.

    Il tennis ceco è in un buon momento, con giovani talenti in ascesa e una generazione che può portare gioia. I Giochi Olimpici sono un evento che ti rende particolarmente entusiasta di competere quest’anno? Lo hai pianificato sul tuo calendario?

    Sarebbe fantastico far parte di un evento come i Giochi Olimpici. Non ci ho pensato ancora troppo perché ci sono molti tornei prima, ma sarei sicuramente molto entusiasta di essere lì.

  • Masters 1000 in Arabia Saudita, arriva la smentita social dell’ATP-

    Nessuna fumata bianca per il via libera al Masters 1000 da disputare in Arabia Saudita nel 2027 (presumibilmente durante la prima settimana dell’anno). L’ATP, infatti, si è affidata a un tweet di poche righe per cercare di mettere un freno a tutte quelle indiscrezioni che erano circolate nelle ultime ore e che vedevano come imminente l’ufficializzazione del decimo Masters 1000 del circuito da parte dell’organo più importante del tennis mondiale.  

    Va da sé, naturalmente, che quello dell’Arabia Saudita sia un tema molto caldo, peraltro già dibattuto abbondantemente nel corso degli ultimi mesi. Anche su queste pagine. Non solo. Appare altresì evidente, infatti, che tale mossa avrebbe significato la sconfitta di Craig Tiley di Tennis Australia e – de facto – l’accantonamento del progetto relativo al cosiddetto “Premium Tour” tanto caro agli Slam.  

    Queste, invece, le parole espresse dall’ATP sul social X: “Siamo a conoscenza delle notizie apparse sui media secondo cui sarebbe stata presa una decisione circa il decimo torneo ATP Masters 1000. Vorremmo chiarire che questa notizia non è vera. Non è stata presa alcuna decisione ed eventuali aggiornamente verranno comunicati al momento opportuno.  

    Insomma, dal suddetto tweet si evince chiaramente che non sia stata presa ancora nessuna decisione in merito al torneo arabo. Ciò, detto, quella dell’ATP non è apparsa affatto come una smentita insormontabile, o come una sorta di “portone” sbarrato a priori. Tuttavia, saranno solo i prossimi mesi a stabilire quello che sarà il futuro dell’eventuale kermesse tennistica in Arabia Saudita e, di conseguenza, dell’intero circuito.  

    Staremo a vedere.

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