Allo stesso tempo, Bankitalia ha chiesto alle banche di rivedere le modalità di comunicazione sul fronte dell’aumento dei costi “dovuto all’inflazione” con i propri clienti, ricordando come a questi ultimi spetti il diritto “di recedere dal contratto senza spese entro la data di entrata in vigore delle nuove condizioni”.
Sui conti correnti, nel frattempo, i fattori che si stanno registrando sono due: da un lato la crescita in misura omeopatica dei tassi e dall’altro l’aumento delle spese. Sempre secondo Bankitalia, le spese di gestione dei conti correnti nel corso del 2021 sono state pari a 94,7 euro, 3,8 in più rispetto all’anno precedente, con gli aumenti legati in buona parte alle spese fisse. Ai tassi irrisori sui conti correnti si va sommando, in questa fase, l’inflazione a due cifre che taglia il valore dei soldi lasciati bloccati dagli istituti.
La nuova stagione dei tassi alti ha finito per far crescere anche il “costo occulto” del non investire, come spiegato dal presidente di Aidexa Roberto Nicastro: “Durante la pandemia la gente ha riempito i conti correnti di liquidità, non potendo spendere, poi per inerzia spesso li ha lasciati lì. Del resto, fino a quando i tassi di interessi sono rimasti così bassi, le alternative erano poco interessanti. Ora, però, le cose sono diverse”.
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