“FARE PAURA PER SPINGERE I VACCINI”, LA FRASE SHOCK DEL PRESIDENTE DEI PEDIATRI

Fanno rabbrividire le dichiarazioni del presidente della Federazione italiana medici pediatri Antonio D’avino. Meritano di essere riportate perché sono indicative delle pressioni vaccinali che gli italiani hanno subito negli ultimi mesi.

Per far aumentare le immunizzazioni dei bambini – ha dichiarato il presidente Fimp all’Adnkronos riferendosi ai sieri anti-Covid19 – occorrerà che aumentino i casi, ovvero che si inneschi un po’ di paura nei genitori. Noi continueremo a lavorare su questo fronte convinti della validità delle linee guida nazionali”.

La paura come motore della campagna vaccinale

Con queste parole la narrazione vaccinista esce allo scoperto: bisogna fare leva sulla paura. Paura motivata da cosa? Probabilmente dalle previsioni terroristiche sull’aumento dei contagi, che oggi, come spiega sempre D’Avino, non sono un problema: “Stiamo registrando un lieve aumento dei casi tra i bambini in età scolare. Nessuna emergenza” afferma il presidente Fimp, che poi invoca il ritorno di distanziamento e mascherine in aula.

Covid19 e bambini: i numeri dell’ISS

I dati dell’Istituto superiore di sanità parlano chiaro: dall’inizio dell’emergenza Covid risultano contagiati oltre 4.6milioni di soggetti tra zero e 19 anni. I decessi registrati in questa fascia d’età sono 73: lo 0,0016%. E non sappiamo se si tratti di persone con patologie, non sappiamo il loro stato vaccinale, non sappiamo come siano stati curati. Ma il numero, esiguo, è sotto gli occhi di tutti. E allora bisogna infondere la paura, come sottolinea D’Avino.

Il coro dei pediatri vaccinisti

Le sue dichiarazioni fanno il paio con quelle della presidente della Società italiana di pediatria Annamaria Staiano, secondo cui i bambini sono serbatoi per il virus: “Al futuro ministro della Salute chiediamo una decisa intensificazione delle campagne vaccinali, soprattutto tra i più piccoli” ha detto.
Staiano ha dichiarato anche: “Ci auguriamo che ci sia al più presto l’approvazione dell’Agenzia europea dei medicinali Ema per i vaccini per la fascia 6 mesi-5 anni”. Desiderio esaudito il 19 ottobre.

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I finanziamenti dalle case farmaceutiche

È opportuno sottolineare che le società presiedute da D’Avino e Staiano, la Fimp e la Sip, ricevono finanziamenti dalle case farmaceutiche, anche quelle produttrici dei vaccini. Ad esempio Glaxo Smith Kline, azienda che produce la maggior parte dei vaccini pediatrici, tra cui quelli attualmente obbligatori secondo la legge Lorenzin, ha versato a ciascuna delle due le società, negli ultimi sei anni, più di 800mila euro.

Pfizer e Moderna, insieme a molte altre, hanno dato contributi economici non condizionati per il congresso Sip che si è tenuto a maggio di quest’anno.

I Paesi che sconsigliano i sieri Covid ai bambini

E mentre le autorità sanitarie italiane spingono i sieri anti-Covid per neonati e bambini, all’estero c’è chi si muove in direzione contraria. È il caso della Gran Bretagna, che lo consiglia solo ai bambini affetti da patologie gravi, e della Svezia, che ha fermato le somministrazioni a bambini e adolescenti sani. Il ministro della Salute danese, medico e consulente dell’Oms, ha detto che la decisione di vaccinare i bambini tra 5 e 11 anni è stata sbagliata perché il vaccino non impedisce il contagio né la trasmissione del virus, quindi la vaccinazione in questa fascia d’età è inutile.

Abbiamo chiesto un commento a uno dei più noti e apprezzati pediatri italiani, che da anni si occupa di vaccini, Eugenio Serravalle:

Con questa nuova approvazione la frittata è fatta completamente, ormai i bambini dai sei mesi in su potrebbero ricevere questo nuovo vaccino. Fortunatamente in Italia, nei bambini per cui sono stati approvati finora, cioè dai sei anni in poi, in pochi hanno ceduto al ricatto vaccinali, si sono vaccinati all’incirca un po’ più del 35% dei bambini.
Grande scandalo! Enorme problema di salute pubblica! Tant’è che sia la Società italiana di pediatria che la Federazione italiana dei medici pediatri sono scesi in campo. La Sip per bocca della sua presidente Annamaria Staiano non perde occasione per definire i bambini serbatoi di un virus. In epidemiologia il concetto di serbatoio è un altro, completamente diverso da quanto dice la collega. Un bambino non può essere un serbatoio per un motivo molto semplice, logico più che scientifico: se un bambino non si infetta non può essere contagioso per nulla, perché è sano e non si infetta.
Ammesso che si infetti lui sarà contagioso uno o due giorni prima di sviluppare la malattia e al massimo per cinque giorni dopo l’esordio della malattia. Quindi questo benedetto serbatoio è un serbatoio a breve scadenza che dopo sette giorni serbatoio non è più. Per favore smettiamo di insultare i bambini! Che un pediatra rivolga e abbia questa considerazione dei propri assistiti a me, che faccio questo mestiere da 42 anni, mi fa rabbrividire, lo dico senza peli sulla lingua.
Il dottor D’Avino invece, presidente della Fimp, è preoccupato per questa bassa copertura vaccinale e allora dice: “Lasciate che ora venga l’inverno, comincino le malattie da raffreddamento, e così si innescherà un po’ di paura nei genitori. Si innescherà, chi la innescherà questa paura nei genitori? Il pediatra, i mezzi di informazione? Io ho il timore che saranno i pediatri che vogliono vaccinare i bambini a spargere un po’ di paura. E se fosse così, ancora un motivo per dire che questa professione è caduta davvero in basso.
Sui finanziamenti delle società di pediatria rilevo che è una cosa perfettamente lecita, perfettamente normale, ma se io vado a vedere la brochure dell’ultimo congresso italiano di pediatria, organizzato dalla Sip in un posto prestigioso sulla Costiera Amalfitana, in fondo a pagina 36 si vede chi sono gli sponsor che hanno fornito un contributo non condizionato. Sono guardacaso le ditte produttrici di vaccino, per esempio, in buona compagnia con tutte le ditte che producono farmaci e alcune che producono latte artificiale. Quindi c’è una stretta correlazione ed è tutto legittimo, tutto normale. Tant’è che le dichiarazioni per esempio della Glaxo Smith Kline sono state tali che in sei anni alla Sip sono stati forniti 822mila euro di finanziamenti e alla Fipm la cifra un po’ superiore di 871mila euro. Ripeto, è tutto perfettamente legale ma eticamente inaccettabile. Eticamente ripugnante.
Sulla richiesta di approvazione di EMA dei vaccini Covid per neonati e bambini tra sei mesi e cinque anni, è stato pubblicato di recente questo dato: per valutare adesso l’efficacia di questi sieri noi ci dobbiamo rifare alla capacità di determinare un titolo anticorpale, quest’efficacia, a seconda del vaccino che è stato preso in considerazione, se Pfizer o Moderna, non raggiunge il 50%. Ma magari l’efficacia reale fosse questa! Di fatto non è così. E lo abbiamo visto nella fascia d’età da sei anni in su, in cui gli studi dichiaravano un’efficacia del 90%. Questa l’efficacia teorica, l’efficacia reale invece è stata notevolmente inferiore, persino la pubblicazione dell’Istituto superiore di sanità ha evidenziato come nei bambini italiani seguiti per un breve periodo di tempo, l’efficacia fosse modesta, un’efficacia destinata a scomparire velocemente e che raggiungeva appena il 29,4%. Però attenzione, lo studio ha preso in considerazione soltanto fino a circa 3 mesi dalla somministrazione del vaccino, perché è indubbio che dopo 14 giorni il vaccino può dare un’azione protettiva. il problema è che l’azione protettiva va scemando rapidamente per cui dopo un periodo breve si riduce al 20% e lasciando passare altri mesi l’efficacia diventa negativa, cioè si ammalano di più i bambini vaccinati rispetto ai bambini non vaccinati e questo ce lo dicono persino i dati dell’ISS, o ce lo dicono i dati inglesi che sono forniti in maniera più chiara e più limpida.
Passati sette mesi si ammalano di più i vaccinati rispetto ai non vaccinati, sia gli adulti, fino a 50 anni, che i bambini.

Eugenio Serravalle, pediatra

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