Un inquietante scenario si profila all’orizzonte. L’intelligenza artificiale diventa il segugio implacabile dei No Vax.
Nell’era digitale, l’intelligenza artificiale (IA) si rivela sempre più un’arma a doppio taglio, capace di rivelare tratti nascosti della nostra società. E adesso, sembra aver preso di mira coloro che scelgono di non vaccinarsi contro il Covid-19.
Un team di ricercatori provenienti dall’Università di Cincinnati e dalla Northwestern University ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria: un’IA di cognizione computazionale, progettata per individuare non solo chi è vaccinato, ma anche coloro che nutrono esitazioni verso i vaccini.
Il funzionamento è intrigante quanto inquietante. Utilizzando un insieme di variabili demografiche e modelli di psicologia matematica, questo sistema promette di prevedere con precisione l’atteggiamento delle persone nei confronti dei vaccini.
Uno studio del 2021 ha coinvolto quasi 4000 partecipanti, sottoposti a una serie di stimoli emotivi attraverso immagini categorizzate. L’obiettivo era chiarire come le persone percepissero questi stimoli, e ciò che è emerso è stato sorprendente: il 30% del campione mostrava esitazione vaccinale.
Questo dato, sebbene inquietante, ha conferito alla nuova IA un ruolo di rilievo. Considerando che poco più del 70% della popolazione statunitense si era vaccinata nel 2021, l’IA ha dimostrato una precisione straordinaria nel rilevare l’esitazione vaccinale.
Ma quale potrebbe essere l’impatto reale di questa tecnologia? Gli autori dello studio la vedono come uno strumento prezioso per la sanità pubblica, un mezzo per preparare gli ospedali a previsioni più accurate sui tassi di vaccinazione e sui conseguenti tassi di infezione.
Le implicazioni etiche di tale sistema sono profonde. Mentre può promettere una maggiore efficienza nelle campagne di sanità pubblica, potrebbe anche innescare discussioni sul rispetto della privacy individuale e sulla libertà di scelta in materia di salute.
C’è da chiedersi: fino a che punto siamo disposti a farci scrutare dall’occhio implacabile dell’IA? E quale sarà il futuro di una società che, pur avendo accesso a tecnologie così avanzate, continua a lottare con questioni fondamentali di fiducia e consenso sociale?
Forse, mentre ci troviamo a fronteggiare una pandemia dopo l’altra, l’IA ci offre una visione del futuro in cui la nostra vulnerabilità sarà scrutata e analizzata come mai prima d’ora. Resta da vedere se questa sarà una mossa verso una maggiore sicurezza sanitaria o se aprirà la porta a un nuovo tipo di controllo sociale.