L’Europa sotto il dominio dei mercati finanziari, con politiche neoliberiste che minano la democrazia.
Da quanto si evince dall’articolo intitolato ‘In questa Europa il popolo non conta‘ scritto da Gianluigi Paragone, emerge un quadro critico dell’attuale situazione europea, in cui le decisioni politiche sembrano privilegiare gli interessi dei mercati finanziari a discapito della partecipazione popolare e della democrazia.
La visione neoliberista dell’economia
Le dichiarazioni di Mario Draghi, Enrico Letta e Alfred Kammer, direttore del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale, evidenziano una convergenza di intenti volta alla rigida applicazione delle regole finanziarie, con un’enfasi particolare sulla riduzione del debito pubblico e sulla ratifica del Mes. Queste direttive, che riflettono una visione neoliberista dell’economia, sono supportate da una retorica che esalta i mercati finanziari come motori di crescita economica e competitività.
Una democrazia indebolita
Tuttavia, questo elogio dei mercati e delle privatizzazioni avviene in un contesto di crescente disaffezione dei cittadini verso le istituzioni europee. La prospettiva di “più Europa” si traduce paradossalmente in una diminuzione della democrazia, con il popolo che si sente sempre più emarginato e privo di una vera voce nel processo decisionale.
Le imposizioni del Fondo Monetario Internazionale sulle politiche da adottare e la mancanza di una reale rappresentanza democratica nel Parlamento europeo sollevano dubbi sulla legittimità delle istituzioni sovranazionali. Mentre si avvicinano le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, è evidente la necessità di un profondo ripensamento del progetto europeo e di un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni che li riguardano direttamente.
In questo scenario, è essenziale interrogarsi sul futuro dell’Europa e sulla sua capacità di essere veramente inclusiva e rispettosa dei diritti e degli interessi dei suoi cittadini.
Fonte: Il Paragone
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