Malasanità – No vax derisi e legati al letto

Il personale sanitario deve prestare soccorso agli infermi, indistintamente dalla razza, religione, pensiero e ceto sociale.

Chi non si vaccina, non é una persona posseduta dal diavolo da esorcizzare, pertanto non é necessario legarla al letto.

Chi non si vaccina, deve avere lo stesso trattamento di una persona vaccinata e non derisa.

Chi non si vaccina, é una persona uguale a tante altre. La persona non vaccinata potrebbe essere tuo/a nonno/a, padre/madre, fratello/sorella, figlio/figlia.

Questo episodio potrebbe toccare in prima persona o da vicino ognuno di noi.

“NO VAX LEGATI IN OSPEDALE” APERTA INDAGINE PER IL REPARTO DI PNEUMOLOGIA

Nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Feltre, in provincia di Belluno, i “no vax” ricoverati sarebbero stati legati ai letti e derisi dal personale sanitario. Questa è la notizia sconcertante diffusa dal giornale il Gazzettino. 

Tutto è partito da un commento su Facebook scritto da una donna che riporta la testimonianza di un’amica: “I pazienti venivano derisi, scherniti, chiedevano aiuto o semplicemente acqua con la febbre alta e le infermiere ridevano perché se si fossero vaccinati non si sarebbero ammalati e loro non avevano tempo da perdere.”

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Il post è diventato subito virale e in poche ore ha attivato le forze di polizia che hanno messo sotto inchiesta il reparto di pneumologia dell’ospedale. La procura di Belluno ha aperto un fascicolo “modello 45” ovvero senza indagati e senza ravvisare reati specifici per svolgere accertamenti.

Cosa è successo all’interno del reparto? 

I pazienti con meno di due dosi o non vaccinati sarebbero stati considerati dal personale sanitario come “no vax” e per tale motivo legati ai letti. Se confermato si tratta di un comportamento deplorevole, privo di professionalità contrario al giuramento di Ippocrate che recita: “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro: di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma discriminazione in campo sanitario; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona..

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Purtroppo non finisce qui, nello stesso post Facebook viene aggiunto: “Una paziente legata al letto è riuscita a sciogliersi una mano e arrivare a filmare con il suo cellulare le compagne di stanza legate. Poi ha chiamato i Carabinieri che sono arrivati fino alla porta del reparto, ma lì hanno trovato resistenza da parte delle infermiere che non li hanno fatti entrare per il covid.”

L’azienda sanitaria della regione Veneto (Ulss) ha preso le distanze da quanto raccontato respingendo le accuse: “L’Ulss Dolomiti ha appreso dai social il messaggio, poi diventato virale, circa presunti fatti che sarebbero avvenuti nella Pneumologia Covid di Feltre, in mattinata ha immediatamente avviato un’indagine interna. Al momento non è emerso alcun riscontro. La direzione è in stretto contatto con le forze dell’ordine per i seguiti di competenza e per eventuali azioni di autotutela”.

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Il post Facebook è stato condiviso anche dal consigliere comunale Michele Balen che ha dichiarato: “Ho una grande stima di chi lavora all’ospedale di Feltre visto che stanno girando queste accuse e mi sembrano gravi, vorrei sapere la verità. Se qualcuno mette in giro diffamazioni nei confronti dell’ospedale è perseguibile per leggema lo è altrettanto chi commette quanto raccontato nel post”.

I Carabinieri, una volta giunti in reparto, avrebbero dovuto fare pressione sugli infermieri per entrare nei corridoi. Pare infatti che questi negassero loro l’accesso. Una storia tutta da verificare ancora sulla quale farà luce la magistratura.

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