Media e ammissione degli effetti collaterali dei sieri vaccinali

Nel caos informativo che circonda il dibattito sui vaccini anti-COVID, un articolo recente di Maurizio Bel Pietro, direttore del quotidiano La Verità’, ha gettato luce su un argomento che per troppo tempo è stato relegato ai margini della discussione pubblica: gli effetti collaterali dei sieri vaccinali. Mentre alcuni giornali si affrettano a trattare la questione come una scoperta improvvisa, è importante scavare più a fondo e analizzare il contesto storico che ha portato a questa “rivelazione”.

Media e ammissione degli effetti collaterali dei sieri vaccinali
La prima pagina del quotidiano La Verità del 5 Maggio 2024

La verità scomoda dietro gli “effetti collaterali” dei vaccini

Il cambio di rotta dei media – Dal rifiuto alla concessione

Per anni, chiunque sollevasse dubbi o preoccupazioni sui possibili rischi legati ai vaccini veniva ostracizzato e dipinto come un estremista “no vax” o un negazionista della scienza. Questo atteggiamento non solo ha soffocato un dibattito costruttivo, ma ha anche contribuito a creare un clima di diffidenza nei confronti delle istituzioni e dei media stessi. Ora, con la pubblicazione di studi che evidenziano le reazioni avverse ai vaccini su una vasta scala, i giornali mainstream sembrano improvvisamente svegliarsi dalla loro torpore informativo.

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Dalla diffidenza all’accettazione

Tuttavia, c’è una grande ironia nel vedere gli stessi giornali che una volta respingevano le voci dei “dissidenti” ora abbracciare queste stesse evidenze con un’enfasi improvvisa. È un po’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Repubblica, ad esempio, non solo tratta le reazioni avverse come se fossero state sempre di dominio pubblico, ma va oltre, sottolineando la “non necessità” di commissioni d’inchiesta, citando gli studi scientifici come unica fonte di verità incontrovertibile.

La critica alla narrazione: Tra giustificazioni e minimizzazioni

Ma cosa c’è dietro questo repentino cambio di rotta? È possibile che i giornali abbiano finalmente abbracciato la ricerca scientifica in modo imparziale, o c’è qualcosa di più cinico dietro le quinte? È difficile non notare che questa nuova narrazione emerge proprio mentre il clamore pubblico per una maggiore trasparenza e responsabilità nella somministrazione dei vaccini raggiunge il suo apice.

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Inoltre, mentre gli editoriali si affrettano a sminuire le richieste di indagini più approfondite, c’è un sottotesto di condanna nei confronti di coloro che osano sollevare dubbi o protestare contro il sistema.

Le vittime di reazioni avverse vengono dipinte come dei terroristi che perseguitano il famoso “talebano del Covid”, Roberto Speranza, nei suoi incontri letterari.

Le persone colpite da reazioni avverse vengono dipinte come se fossero dei terroristi che inseguono Roberto Speranza, noto come il “talebano del Covid“, durante i suoi incontri letterari.

Mentre coloro che chiedono giustizia sono derisi come teorici della cospirazione o “dementi no vax”. È una narrazione pericolosa che cerca di sopprimere il dibattito anziché incoraggiarlo.

Dare voce alle vittime: Un imperativo etico per il giornalismo

Ma la verità è che dietro ogni statistica e studio scientifico ci sono storie umane vere e proprie. Ci sono individui che hanno subito danni permanenti o che hanno perso la vita a causa di reazioni avverse ai vaccini. Ignorare le loro esperienze o trattarle con disprezzo non solo è moralmente riprovevole, ma è anche controproducente nella lotta contro la pandemia. La fiducia nel processo di vaccinazione dipende dalla trasparenza e dalla responsabilità delle autorità sanitarie, e ignorare o minimizzare gli effetti collaterali mina irrimediabilmente questa fiducia.

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Quindi, mentre i grandi giornali si affrettano a “scoprire” i danni causati dai vaccini, è importante che i giornalisti non si accontentino di superficialità. Devono continuare a scavare, a porre domande difficili e a dare voce alle persone che sono state ignorate o messe da parte. Solo così potranno garantire una copertura giornalistica sia veramente informativa, equilibrata e rispettosa delle esperienze di tutti coloro che sono stati colpiti dagli effetti collaterali dei vaccini anti-COVID.

Fonte: La Verità

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