Per favorire le case green, l’Ue vuole tornare all’equo canone

Dopo l’approvazione della direttiva, gli Stati fanno i conti in tasca. E arriva l’invito ai governi

Oggi in molti hanno scoperto la direttiva Ue “case green”, contro la quale la Confedilizia si è battuta fin dal 2021. La “battaglia” ha portato i frutti che ha potuto portare, visti gli equilibri esistenti in sede europea. Frutti tutt’altro che disprezzabili, ma evidentemente lontani dall’ideale.

 

Ora bisogna puntare a modificare quegli equilibri, per cambiare la direttiva “case green” ma – più ampiamente – per portare l’Unione europea a non essere più il tempio del dirigismo e a trasformarsi in qualcosa di molto diverso. Con la speranza (l’illusione?) di non dover più leggere regolamentazioni di 200 pagine come quella in questione. Regolamentazioni all’interno delle quali – oltre a quanto già noto – si possono trovare anche chicche come l’invito ai governi ad applicare una sorta di equo canone per impedire che i costi degli interventi da effettuarsi sugli immobili locati ricadano sugli inquilini.

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Eh sì perché in uno dei passaggi di questa specie di mega comizio che nemmeno i parlamentari europei avranno letto integralmente si può leggere quanto segue: “Fatte salve le rispettive politiche economiche e sociali nazionali e i sistemi di diritto in materia di proprietà, gli Stati membri affrontano la questione dello sfratto delle famiglie vulnerabili causato da aumenti sproporzionati dei canoni di locazione a seguito della ristrutturazione energetica del loro edificio o della loro unità immobiliare residenziale”. Già qui non ci siamo. Che vuol dire “aumenti sproporzionati”? Ora la Ue vuole mettere bocca pure sulla libera contrattazione dei canoni di locazione?

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La risposta da dare è sì, se si legge quanto scritto poche righe dopo: “Nel fornire incentivi finanziari ai proprietari di edifici o unità immobiliari per la ristrutturazione di edifici o unità immobiliari affittati, gli Stati membri mirano a incentivi finanziari che vadano a beneficio sia dei proprietari che dei locatari. Gli Stati membri introducono misure di salvaguardia efficaci per proteggere in particolare le famiglie vulnerabili, anche fornendo sostegno locativo o imponendo limiti agli aumenti dei canoni di locazione”.

Capita la soluzione individuata dai geni di Bruxelles? Visto che il fanatismo green comporta spese ingenti per intervenire sulle case, e visto che gira ancora la bufala che qualifica i proprietari come ricchi e gli inquilini come poveri, il problema è prontamente risolto: basta impedire che i canoni di locazione vengano aumentati. In barba a buon senso, diritto e Costituzioni varie.

 

Questi “inviti” non basta ignorarli, come andrà fatto, ma bisogna impedire che in futuro trovino spazio nei provvedimenti di fonte europea. Per questo – anche per questo – le elezioni europee di giugno dovrebbero vedere la contrapposizione tra favorevoli e contrari al dirigismo Ue.

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