Il triste primato
Come leggiamo su Il Giornale d’Italia, il “primato” italiano non si riferisce alla sola mortalità in genere, ma anche la mortalità attribuita al Covid-19 nel nostro Paese è fra le più alte: 3.200 decessi per ogni milione di casi dal 2020. Solo il Regno Unito ci batte in questa tristissima graduatoria, e siamo comunque al di sopra della media europea: 2.762 cittadini comunitari deceduti per il Covid per ogni milione di morti. Il sistema sanitario nazionale, un tempo un vanto del nostro Paese ma oggi allo sfascio, ha conosciuto una vera involuzione e l’epidemiologo enuclea le principali criticità: interi reparti chiusi, prestazioni ambulatoriali sospese, e ancora: “I pazienti non avevano più diritto né a visite domiciliari né a essere ricevuti negli studi dei medici di base”. Come noto, chi ha provato ad approntare le terapie domiciliari è stato boicottato, deriso, sospeso, come Andrea Stramezzi, per citare solo il più noto. Sullo stesso sistema sanitario, gravato da anni e anni di tagli ad opera di tutti i governi che si sono succeduti, si è riversato anche l’ingente costo di una campagna vaccinale senza precedenti. E a proposito delle vaccinazioni a tappeto, ancora conversando con Il Giornale d’Italia, l’epidemiologo Stefano Petti non può non precisarne il fallimento. Parlano i numeri: quasi 250 vaccini ogni cento persone, nonché più richiami o “booster”, praticamente l’80% della popolazione. Buona parte di questo dato, ci sentiamo di aggiungere, è decisamente dovuto al vero e proprio ricatto, alle vessazioni e alle discriminazioni che, in nessun altro Paese come in Italia – Cina a parte –, sono stati attuati nei confronti dei cittadini, pensa l’esclusione dalla vita sociale.
L’esempio della Corea del Sud
Infine, soltanto ieri scrivevamo di una analoga situazione in Corea del Sud: il 92% di tutti i decessi per Covid si è verificato dopo che il 90% della popolazione adulta era stata completamente vaccinata. Ebbene, il governo di Seul ha sancito che saranno risarciti i parenti delle persone decedute entro 90 giorni dalla vaccinazione contro il Covid-19 “anche se il nesso causale non può essere dimostrato”, al contempo innalzando l’entità dei risarcimenti stessi.
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