TRATTATO PANDEMICO, L’OMS VUOLE I “PIENI POTERI”? ECCO COME REAGISCONO ITALIA E UK

Nell’indifferenza dei media e nel chiuso dei propri palazzi, l’Oms continua a portare avanti il progetto di un “trattato pandemico”. Uno strumento che nelle intenzioni dovrebbe garantire fondi adeguati e linee guida univoche agli Stati nel caso remoto di una nuova emergenza sanitaria ma che nella realtà si traduce in più potere per l’Organizzazione mondiale della sanità e diritti delle popolazioni subordinati a scelte politiche spacciate per sanitarie.

E da parte degli Stati le preoccupazioni sembrano ridotte a zero. In occasione della 76esima Assemblea mondiale della salute che si è tenuta nei giorni scorsi a Ginevra, il nostro ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha incontrato Tedros Ghebreyesus direttore generale dell’organizzazione. Parole di stima, strette di mano e soprattutto il riconoscimento del “ruolo guida” dell’Oms per il raggiungimento di “più alti livelli di salute quali diritto fondamentale di ogni persona”.

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Fa sorridere, amaramente, se pensiamo che nel nostro Paese si muore ancora per infezioni nosocomiali ma allo stesso tempo si rischia di vedersi annullare l’intervento se non ci si sottopone a un tampone anti-covid.

Non solo, totalmente dimentico, probabilmente, delle preoccupazioni che gli erano state sottoposte il mese scorso da una delegazione di Democrazia sovrana e popolare proprio in merito anche al trattato pandemico, Schillaci ha ribadito il pieno appoggio dell’Italia alle trattazioni per l’accordo.

Diverso è il caso Regno UnitoStando a un articolo uscito nei giorni scorsi sul Telegraph, infatti, l’egemonia dell’Oms starebbe mettendo in apprensione alcuni membri dell’ala conservatrice che hanno inviato una lettera ai ministri per mettere in guardia circa le evidenti ambizioni dell’Organizzazione di passare da organismo consultivo a vera e propria autorità internazionale di controllo.

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Andrew Mitchell, Ministro per gli Affari esteri, pur ribadendo la partecipazione del Paese alle trattazioni, ha risposto alle preoccupazioni annunciando l’intenzione di bloccare e prevenire qualsiasi ingerenza sulle politiche sanitarie nazionali.

Tuttavia se l’Oms dovesse essere formalmente riconosciuta come “autorità mondiale in fatto di sanità pubblica” impegnando gli Stati non solo economicamente ma anche politicamente a seguire le “raccomandazioni” via via imposte, i margini per l’autodeterminazione degli stati potrebbero ridursi sempre di più.

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