Yat Siu, cofondatore del venture fund dedicato a crypto e NFT Animoca Brands, ha definito “ipocrita” il recente divieto di Minecraft per gli NFT: ha sottolineato che i token non fungibili (NFT) possono essere inclusivi, nonostante le argomentazioni contrarie.
Come riportato in precedenza, il 20 luglio gli sviluppatori di Minecraft, Mojang Studios, hanno annunciato il divieto di tutte le integrazioni di NFT nel gioco. L’azienda ha dichiarato che gli NFT sono contrari ai propri valori, in quanto favoriscono la speculazione dei prezzi, la scarsità, l’esclusione e potenziali rug pulls.
Parlando con Cointelegraph, Siu ha espresso la sua frustrazione nei confronti di Mojang Studios, visto il contesto in cui gli NFT venivano integrati con Minecraft prima del divieto. Progetti come NFT Worlds utilizzavano i server open-source di Minecraft per ospitare una piattaforma nel metaverso, con ecosistemi cripto e NFT costruiti intorno ad essa.
Il progetto sembrava essere relativamente popolare, dato che ha generato un volume di scambi di oltre 80 milioni di dollari e sostiene di avere circa 100.000 giocatori.
Il co-fondatore di Animoca Brands ha osservato che trova ipocrita che Minecraft escluda una piccola parte della base di utenti, considerando che l’azienda ha dichiarato di dare valore “all’inclusione” e ha suggerito che “le integrazioni di NFT nei giochi favoriscono l’esclusione“:
“In generale questa cosa è ipocrita, gli NFT non hanno danneggiato nessuno in Minecraft, è chiaramente una minoranza. Non si è trattata di una decisione basata su prove effettive di danno; si è trattata di una decisione di preferenza, puramente basata su un’opinione”.
“Non hanno fornito prove, non hanno nemmeno spiegato correttamente cosa sono gli NFT, né hanno parlato con NFT Worlds”, ha aggiunto.
Siu riconosce che molti nella comunità dei giochi tradizionali non vogliono avere nulla a che fare con gli NFT, generalmente per paura che i giochi diventino troppo monetizzati e “ancora meno equi”. In questo caso, gli utenti hanno avuto la possibilità di scegliere se giocare o meno nei server affiliati a NFT e non sono state imposte integrazioni ai normali utenti di Minecraft. Siu ha sottolineato che escludere le visioni di minoranza significa “danneggiare l’intera comunità e soffocarne la crescita”.
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Per quanto riguarda l’inclusività, Siu sostiene che la tecnologia NFT o la proprietà digitale in sé non favoriscono l’inclusione o l’esclusione, ma si tratta invece di come la tecnologia viene impiegata per generare valore per la comunità.
Ha osservato che, nei contesti giusti, gli NFT nei giochi o nel Metaverso possono offrire agli utenti una ridistribuzione dell’economia e del potere della piattaforma.
Dal punto di vista di Siu, gli NFT consentono agli utenti di possedere una quota di partecipazione tokenizzata delle loro piattaforme preferite, che può essere utilizzata come ritengono più opportuno, a differenza del modello Web2 in cui agli utenti non viene offerta la proprietà dei loro contenuti e dati.
“Ciò che gli NFT fanno è ridistribuire l’economia dei giocatori che aggiungono valore al gioco, il che ha anche l’effetto di decentralizzare e ridistribuire le dinamiche di potere all’interno dei giochi. Permettono quindi di dare più libertà e potere alla collettività, invece che a una sola entità”.
“I diritti di proprietà e le libertà sono intrecciati, la prossima evoluzione naturale è rappresentata dai diritti di proprietà digitale, per dare vita a una vera libertà digitale”, ha aggiunto.
Fonte: cointelegraph
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