Covid, batosta a Crisanti. I giudici: “Sue ipotesi senza riscontro”

Lo studio del senatore Pd sulla zona rossa in Val Seriana sconfessato dal tribunale: “Non è stato in grado di rispondere sul nesso di causa…”

Come era abbastanza scontato, visto che già in precedenza il Tribunale dei Ministri di Brescia aveva archiviato le accuse per l’ex premier Giuseppe Conte e per l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, gli stessi giudici bresciani (collegio Pipponzi-Scibetta-Stagno) con un provvedimento di 34 pagine hanno disposto l’archiviazione “in relazione a tutti gli indagati per insussistenza dei reati” contestati in quattro capi di imputazione che riguardavano le accuse di epidemia e omicidio colposi. Accuse che erano state contestate anche al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, il quale, consigliato dai suoi legali, aveva deciso di farsi interrogare nelle scorse settimane. Per Fontana, comunque, resta in piedi l’accusa per la mancata applicazione del piano pandemico antinfluenzale risalente al 2006, anche in ambito regionale. Pertanto i giudici hanno disposto “la restituzione degli atti al Pubblico ministero affinché proceda nelle forme ordinarie”, dal momento che in questa accusa “non è stato ipotizzato alcun concorso di componenti del Governo”, ossia Conte e Speranza. Per la ragione opposta, invece, anche le altre posizioni erano finiti davanti al Tribunale dei Ministri.

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Insieme a Fontana sono state archiviate le posizioni di altri 12 indagati, tra cui l’ex assessore al Welfare, Giulio Gallera, l’ex capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, una serie di tecnici del Cts, tra cui Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro e Claudio D’Amario. Quest’ultimi, tutti accusati di epidemia e omicidio colposo nella famosa inchiesta promossa dai pm di Bergamo. Interessante segnalare che nel dispositivo, viene menzionato l’articolo 438 codice penale, in cui si dice che “Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo”. Inoltre si specifica che il reato, in base all’articolo 452 del cp, è previsto anche in forma colposa. La qual cosa, rianalizzando a posteriori il clima di terrore e di isteria collettiva che ha paralizzato il Paese per almeno due anni, dovrebbe spingere i cittadini italiani ad una approfondita riflessione. In sostanza, stando così le cose, anche una semplice deroga al demenziale coprifuoco che ci è stato imposto per molti mesi avrebbe potuto causare agli incauti ritardatari pesanti conseguenze penali.

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A parte ciò, nella stessa sentenza i giudici infliggono un colpo micidiale alla reputazione scientifica di Andrea Crisanti, attuale senatore del Partito democratico e, durante tutta la pandemia di terrore, uno dei virologi più allarmisti presenti nel circo mediatico. Autore di una inverosimile consulenza per i pm di Bergamo, Crisanti stimò in 4.148 in morti in eccesso causati dalla tempestiva attivazione della zona rossa in Val Seriana, con una probabilità del 95%. Ebbene questa la conclusione del Tribunale dei ministri di Brescia: “Il Prof. Crisanti ha compiuto uno studio teorico ma non è stato in grado di rispondere circa il nesso di causa tra la mancata attivazione della zona rossa e la morte di persone determinate. La contestazione dell’omicidio colposo in relazione alla morte delle persone indicate in imputazione si basa quindi su una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro. È noto, infatti, che la possibilità di contrarre il virus tramite contatti con persone infette non è mai stata esclusa neppure all’interno delle zone rosse.”

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Si tratta di una clamorosa sconfessione nei riguardi di un personaggio che, dall’alto delle sue supposte conoscenze superiori nel campo della virologia, ha più volte invocato misure sanitarie ancor più restrittive di quelle, le più dure in Occidente, che ci sono state imposte per un tempo quasi infinito.

Per quel che mi riguarda, l’autorevole valutazione espressa dai giudici di Brescia non fa che confermare la mia idea sulla attendibilità di Crisanti, la quale non sembra poi tanto diversa rispetto a quella del famoso mago Otelma, anche se essi operano in settori distanti, almeno sulla carta, anni luce.

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