Covid, tamponi ed emissioni inquinanti

Un gruppo di ricercatori ha analizzato l’impatto ambientale del ciclo di vita di un tampone molecolare, rilevando che la produzione, il trasporto, l’esecuzione e lo smaltimento di un test covid eseguito in Cina emette più di 600 grammi di gas inquinanti – una quantità pari a circa la metà di quella emessa giornalmente da un cittadino cinese che usa l’elettricità. I risultati dell’analisi sono stati pubblicati su Environmental Science & Technology.

Tamponi a volontà. Da quando, nel marzo 2022, Shangai è stata il centro di un nuovo focolaio di covid, le autorità cinesi hanno imposto in diverse città duri lockdown e hanno effettuato test a tappeto: ai residenti di Shenzhen è richiesto ancora oggi di sottoporsi a tampone molecolare ogni 24, 48 o 72 ore.

Con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone, i conti sono presto fatti: secondo OurWorldInData, dall’inizio della pandemia ad aprile 2022, la Cina ha effettuato oltre nove miliardi di tamponi ai propri cittadini, emettendo quindi almeno 5,4 milioni di tonnellate di gas serra. Per avere un confronto basti pensare che il secondo Paese al mondo per numero di tamponi eseguiti sono gli Stati Uniti, che nello stesso periodo di tempo hanno raggiunto “appena” quota 860 milioni.

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emissioni Cina
La Cina, che alla COP26 si è impegnata a raggiungere la neutralità nelle emissioni entro il 2060, nel 2021 ha emesso quasi 12 miliardi di tonnellate di gas serra – un terzo di quelle emesse globalmente. © Anton Watman | Shutterstock

I passaggi più inquinanti. Secondo i calcoli degli studiosi, ogni tampone molecolare emette 612,9 grammi di gas serra, per la maggior parte CO2 e un po’ di metano. Il passaggio più inquinante sarebbe lo smaltimento, responsabile del 71,3% delle emissioni totali; seguono la produzione (14,5%) e il trasporto (13,3%).

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Il processo di smaltimento emette grandi quantità di gas serra poiché tutti i rifiuti vengono sterilizzati ad alte temperature ed eliminati in inceneritori che funzionano con temperature tra gli 850 e i 1200 °C.

Anche il trasporto richiede l’impiego di grandi quantità di energia, poiché i test devono essere conservati a -20 °C per mantenere attivi gli ingredienti, e la distanza media che deve percorrere un tampone molecolare in Cina per arrivare dal produttore al consumatore è di quasi 6000 km.

Impatto ambientale. Secondo gli studiosi l’impatto ambientale dei tamponi molecolari potrebbe essere addirittura maggiore di quanto stimato dallo studio, poiché non è stato calcolato il trasporto dei test usati dai centri medici agli impianti di smaltimento, non essendoci dati disponibili in merito.

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Possibili soluzioni. Gli esperti sottolineano l’importanza di iniziare a pensare all’impatto dei tamponi sull’ambiente, e a studiare possibili soluzioni per mitigare i danni ecologici. A tale proposito, propongono tre possibili strategie: produrre i tamponi con materiali riciclabili o biodegradabili; rivedere i metodi di smaltimento dei rifiuti sanitari; utilizzare veicoli elettrici per il trasporto dei tamponi.

Fonte: focus

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