Gaming e microtransazioni

Il rapporto tra il mondo dei videogiochi e le modalità per avere un ricavo economico, nel corso degli anni, si è diversificato e reso sempre più variegato e complesso.

Ad oggi, ad affiancare al più classico e intuitivo guadagno derivante dalla vendita di una console e dei titoli collegati, esistono diverse modalità con cui le case di sviluppo si sostengono: dalla vendita di console e titoli in perdita con lo scopo di fidelizzare nuovi clienti e conquistare nuove fette di mercato, all’apertura a sponsorizzazioni in cambio di pubblicità e product placement, alla vendita di contenuti aggiuntivi di tipo estetico o che permettano un ampliamento dell’esperienza di gioco, fino alla possibilità, dietro un compenso, di ottenere facilitazioni che portino a saltare parti di gioco o semplificarle, il mondo dei videogame, ad ogni livello, ha sviluppato diversi canali per aumentare le proprie entrate.

Dalla Sony, che ha venduto per due anni la sua console PlayStation5 in perdita, al titolo “Death Stranding” di Hideo Kojima sponsorizzato dall’energy drink Monster, inserito in diverse scene di gioco, fino all’acquisto di moneta di gioco per titoli di ogni genere, da FIFA al gioco puzzle mobile del momento.

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Proprio quest’ultimo fenomeno, caratterizzato dall’investimento di cifre, spesso irrisorie, allo scopo di ottenere direttamente o indirettamente vantaggi in gioco, ha preso il nome di “micro transazioni”. Che si tratti di acquistare vite extra in un gioco di rompicapo a livelli, di ottenere un ulteriore box o bustina in cui poter trovare nuovi oggetti di gioco, al velocizzare azioni di gioco o acquistare potenziamenti o modifiche estetiche, il comun denominatore è la possibilità data al giocatore di ottenere vantaggi in cambio di denaro.

Il fenomeno riguarda tanto giochi che prevedono un esborso di denaro per essere acquistati, quanto giochi gratuiti, che si affidano alla formula “freemium”, un titolo gratuito ma in qualche modo limitato che necessita di un investimento di denaro per essere pienamente godibile.

Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione, dal rischio di avvicinarsi pericolosamente al gioco d’azzardo, accusa rivolta a FIFA e ai tanti giochi che permettono di acquistare pacchetti o bustine dal contenuti misterioso e casuale, all’impoverimento dell’esperienza di gioco, al rischio di creare “paywall”, ostacoli superabili solamente pagando, o meccaniche di “pay to win”, in cui l’esborso economico permette di ottenere un vantaggio in gioco incolmabile.

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Il mondo delle microtransazioni è divenuto, negli ultimi anni, sinonimo di un tentativo poco limpido di ottenere denaro da parte delle case di sviluppo, ma può essere visto, così come già diverse realtà virtuose fanno, come un modo per diffondere un titolo, misurare il gradimento dei diversi aggiornamenti, modifiche ed implementazioni e ottenere un ricavo solamente dai giocatori più affezionati e assidui: realtà come Supercell distribuiscono da sempre i propri giochi gratuitamente, inserendo la possibilità di ottenere bonus estetici o scorciatoie dietro compenso.

A differenza di altre realtà l’investimento nei giochi Supercell permette solamente di velocizzare un processo che può essere comunque portato a termine anche senza un investimento economico, oltre ad invogliare all’uso di denaro attraverso costanti aggiornamenti e aggiunte estetiche, come nuovi costumi per i propri personaggi.

In quest’ottica le microtransazioni non vengono utilizzate come strumento per estorcere denaro alla propria utenza, ma diventano insieme metodo per misurare la qualità del gioco e l’apprezzamento dell’audience e strumento con cui gli utenti più appassionati possono premiare il lavoro della casa di sviluppo.

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Il rapporto tra azienda e giocatore porta quest’ultimo a voler premiare, investire e comprare qualcosa che ritiene di valore, andando, in un certo senso, a pagare a posteriori quello che è un servizio di intrattenimento altrimenti gratuito, conscio di come tale investimento potrà in futuro portare ad ulteriori sviluppi all’interno del proprio titolo preferito.

Non si può negare che il sistema delle microtransazioni possa portare a meccanismi dannosi per il consumatore e, a volte, al limite del legale. Allo stesso modo, sarebbe ingiusto negare come questo sistema permetta a molti utenti di giocare gratuitamente a titoli di buona, se non ottima, qualità, andando a suddividere le spese necessarie al mantenimento della casa produttrice su più persone ed in un lungo periodo di tempo.

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