Gli uccelli americani e il cambiamento climatico

Uno dei fenomeni più evidenti legati al riscaldamento globale è la migrazione di massa di molte specie, di mare e di terra, che abbandonano i loro habitat andando in cerca di condizioni climatiche più favorevoli: le specie marine nuotano verso i poli, le specie di montagna si spostano ad altitudini maggiori… Non tutti gli animali, però, sono in grado di affrontare questo cambiamento epocale nelle loro vite, e rischiano di rimanere intrappolati in un habitat che non corrisponde più alle loro condizioni ideali. Il fenomeno si chiama climate decoupling, cioè “disaccoppiamento climatico”, e stando a un nuovo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution sta colpendo in particolare gli uccelli del Nord America.

Il passero delle praterie, senza praterie. Il disaccoppiamento climatico è un fenomeno noto e che colpisce piante e animali a tutte le latitudini, e l’avifauna nordamericana pare esserne particolarmente colpita. Il team dell’Università di Lipsia che ha condotto lo studio ha analizzato la situazione di 114 diverse specie di uccelli che vivono tra Stati Uniti e Canada, e ha scoperto che 30 di queste (quindi il 26%) hanno visto stravolta, negli ultimi 30 anni, la loro situazione climatica ideale, e non sono ancora riuscite a, per così dire, cambiare casa.

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Un esempio è quello del passero Ammodramus savannarum, che vive nelle praterie americane e un tempo era molto diffuso per tutto il Paese. Oggi che le praterie stanno sparendo, il passero è in sofferenza, e una sottospecie in particolare, nativa della Florida, è stata di recente inclusa nella lista delle specie a rischio estinzione.

Un rischio per chi è a rischio. Non tutte le specie di uccelli sono colpite allo stesso modo dal disaccoppiamento climatico. Ognuna fa storia a sé, ma ci sono delle regole generali che si possono individuare. Innanzitutto, questo fenomeno tende a colpire con più forza le specie specialiste, che hanno quindi bisogno di un ambiente molto particolare per sopravvivere, e anche tutte quelle specie che già stanno vedendo diminuire i loro numeri a causa della distruzione dell’habitat.

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Anche le cause del disaccoppiamento variano: ci sono, per esempio, specie legate a risorse particolari presenti solo nel loro habitat, e che quindi non possono andarsene anche se il clima peggiora; specie che non vogliono abbandonare un’area che conoscono bene per addentrarsi in luoghi sconosciuti; specie che sono già in sofferenza per altri motivi (per esempio l’inquinamento o la distruzione del loro habitat) e che quindi non hanno la forza di andare in cerca di una nuova casa. Il campanello d’allarme più rumoroso, però, è la scoperta che il disaccoppiamento climatico sia particolarmente pronunciato nelle specie già considerate in declino o addirittura in via d’estinzione, e che hanno quindi bisogno di tutta la protezione possibile: costringerle a trovarsi una nuova casa è l’ultima cosa che serve.

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Fonte: focus

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