“Il vaccino funziona davvero?” I dati smontano le pretese anti-scientifiche

“Non ci sono prove che senza i vaccini sarebbe andata peggio”. Lo ha detto in maniera molto chiara il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia, che con le sue affermazioni ha scatenato un vero e proprio vespaio di polemiche. Con la sinistra italiana, come da copione, subito scesa in campo a difesa dei farmaci anti-Covid e delle multinazionali che li hanno lanciati in fretta e furia sul mercato, incassando miliardi di euro salvo poi ammettere, come niente fosse, che i sieri non erano nemmeno stati testati per prevenire il contagio. Da Enrico Letta a Carlo Calenda, tutti hanno puntato il dito contro Gennato, chiedendone addirittura le dimissioni in quanto “persona che non si fida della scienza”. Resta l’interrogativo: i vaccini hanno davvero avuto un’utilità durante la pandemia? Proviamo a fare chiarezza.

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Attraverso le pagine della Verità, Alessandro Rico ha riportato i dati della Johns Hopkins University sulla percentuale di casi fatali legati al Covid in Cile e in Italia: 1,3% nel Paese sudamericano e 0,8% da noi, ma con percentuali di popolazione vaccinata molto più alte dalle nostre parti. In generale “tra i grandi Stati Ue come Francia, Italia e Germania, a fronte di servizi assistenziali simili, a minori tassi di copertura vaccinale non corrispondono risultati peggiori in termini di morti per Covid”.

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Tra i punti su cui la scienza ha poi fatto chiarezza di recente, c’è poi la durata della protezione offerta dal vaccino: “Pochi mesi, ancora meno per quella aggiuntiva fornita dal booster”. Per i pazienti non “a rischio”, ovvero anziani e persone già alle prese con gravi malattie, la copertura che deriva dal contatto diretto con il virus è molto più efficace. E d’altronde fin da subito i dati avevano sottolineato come, per i giovani, il rischio in caso di contatto con il Covid fosse bassissimo.

“Come sarebbero andate le cose – si chiede La Verità – se prima dell’arrivo dei vaccini avessimo trattato i positivi seguendo protocolli come quello di Giuseppe Remuzzi, capace di abbattere del 90% le probabilità di ricovero?”. Domande che probabilmente saremo costretti a trascinarci dietro per sempre. Con il sospetto che, però, i vaccini siano realmente serviti soltanto alla popolazione fragile.

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