“La carne coltivata in laboratorio rappresenta una minaccia“: 12 Stati dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, lanciano l’allarme con una nota inviata ai vertici di Bruxelles.
L’argomento resta al centro dell’attenzione, non solo perché è stato discusso all’ultimo Consiglio Agricoltura, ma anche perché è uno dei temi nel mirino delle contestazioni degli agricoltori di questi giorni.
La battaglia alla carne coltivata in laboratorio conta sulla sponda di 12 Paesi: oltre all’Italia, hanno firmato la nota, tra gli altri, anche la Francia e l’Austria.
Carne coltivata: il “no” degli Stati UE
“La carne coltivata è una minaccia ai metodi di produzione alimentare genuina“, scrivono gli Stati nella nota. I Paesi mettono in guardia da quelle definite come “nuove pratiche” che “includono la produzione di carne con la tecnologia delle cellule staminali, che richiede tessuti di animali vivi”.
Prima di qualsiasi autorizzazione in merito alla carne coltivata in laboratorio “la Commissione Europea dovrebbe lanciare una consultazione pubblica“, evidenziano gli Stati membri, secondo cui sarebbe necessaria “una valutazione d’impatto trasparente e completa”.
Secondo i 12 Paesi devono quindi essere esaminate le “questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, oltre che nutrizionali, di sicurezza sanitaria, di sovranità alimentare e di benessere animale“.
Non solo: “I prodotti a base di cellule non potranno mai essere definiti carne e non devono essere promossi come alimenti autentici”, aggiungono i firmatari del documento.
La risposta della Commissione UE sulla carne coltivata
Dopo qualche ora è arrivata anche una nota della Commissione Europea: “Non abbiamo finora ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione al commercio”, ha detto il portavoce per la Salute e la Sicurezza alimentare.
Il portavoce ha anche sottolineato come l’obiettivo dell’Unione Europea sia quello di garantire la sicurezza degli alimenti, carne coltivata compresa.
Carne coltivata: le leggi in Italia e nel mondo
In Italia, una legge approvata nel novembre del 2023 vieta la produzione di carne coltivata in laboratorio e prevede delle sanzioni per chi lo fa. Il disegno di legge era stato presentato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che adesso si schiera insieme agli altri 11 Paesi europei contro la carne coltivata.
La discussione relativa alla carne coltivata è stata particolarmente accesa a livello politico, con tanto di rissa fuori da Palazzo Chigi tra il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, (contrario alla carne coltivata) e i vertici del partito +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova (favorevoli).
Si erano detti favorevoli alla carne coltivata anche le principali associazioni animaliste. Secondo diversi sondaggi, la maggior parte degli italiani si dichiarano contrari alla carne coltivata.
Nel resto del mondo, il primo Paese a commercializzare la carne coltivata è stato Singapore, dopodiché è stata la volta degli Stati Uniti, mentre lo scorso 17 gennaio è arrivato il via libera in Israele per la vendita di carne di manzo coltivata.
L’ orrore a cui stiamo assistendo è sempre più crescente. I ministri europei hanno protestato solo per la carne sintetica, mentre il consenso alla farina di insetti non li ha nemmeno scomposti.
Io, ovviamente, non andrò a votare alle europee, come è successo per le politiche. Confido in un’ astensione di massa.
Le associazioni animaliste hanno delle contraddizioni.
Mi è capitato di incontrare attivisti di un’ associazione animalista e di trattare l’argomento dei vaccini: diversi simpatizzanti sono plurisierati.